Giovanni Pierallini

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Giovanni Pierallini
arcivescovo della Chiesa cattolica
Riratto fotografico di Giovanni Pierallini (1862)
 
Incarichi ricoperti
 
Nato12 maggio 1817 a Prato
Ordinato presbitero4 aprile 1840
Nominato vescovo22 dicembre 1871 da papa Pio IX
Consacrato vescovo27 dicembre 1871 dal cardinale Filippo Maria Guidi
Elevato arcivescovo29 settembre 1876 da papa Pio IX
Deceduto2 dicembre 1888 (71 anni) a Siena
 

Giovanni Pierallini (Prato, 12 maggio 1817Siena, 2 dicembre 1888) è stato un arcivescovo cattolico italiano.

Giovanni Pierallini nacque a Prato il 12 maggio 1817. Entrò nel seminario pratese, dove si distinse nello studio delle lettere italiane e latine e, non ancora sacerdote, ottenne dal rettore Giuseppe Targioni la cattedra di retorica, che tenne per diciassette anni. Ordinato sacerdote nel 1840, fu canonico e parroco della cattedrale di Santo Stefano. Dal 1857 al 1872 diresse la Biblioteca Roncioniana e nel 1857 fu nominato rettore del Collegio Cicognini, incarico che mantenne fino al 1859. Fu vicario capitolare della diocesi di Pistoia e Prato, e nel 1867 ne divenne vicario generale.[1]

Studioso di letteratura, fu uno degli animatori della vita culturale pratese, fu in contatto con Cesare Guasti, Niccolò Tommaseo, Gino Capponi e Giuseppe Silvestri. Scrisse testi d'occasione, versi in latino ed epigrafi funerarie. Collaborò al Calendario pratese dell'amico Cesare Guasti.[1]

Il 22 dicembre 1871 fu nominato vescovo di Colle di Val d'Elsa da papa Pio IX; ricevette l'ordinazione episcopale cinque giorni dopo nella basilica di Santa Maria in Aracoeli a Roma dal cardinale Filippo Maria Guidi, già arcivescovo metropolita di Bologna, coconsacranti i vescovi Giuseppe Angelini, vescovo ausiliare di Roma, e Francesco Marinelli, sacrestano di Sua Santità.

Il 29 settembre 1876 venne promosso arcivescovo metropolita di Siena, dove fece ingresso il 3 dicembre successivo. A seguito degli iniziali rapporti di tensione fra la Santa Sede e il neonato Regno d'Italia, l'arcivescovo Pierallini poté prendere possesso del Palazzo Arcivescovile solo un anno più tardi del suo ingresso, una volta ricevuto il regio exequatur. Restaurò la facciata del Palazzo, dove ancora oggi si vedono le sue insegne araldiche sui vetri delle bifore al piano nobile.

Fu particolarmente attivo nell'editoria cattolica e nel promuovere la spiritualità di S. Caterina, di cui nel 1880 promosse le celebrazioni per il quinto centenario della morte.

Si spense a Siena il 2 dicembre 1888.

  • Alla memoria dei prodi toscani morti sotto Mantova il 29 maggio 1848 : onori funebri resi il 9 di giugno dalla Compagnia della Misericordia di Prato, Prato, Guasti, 1848.
  • Ioannis Pierallinii canonici Pratensis inscriptiones, Prato, Guasti, 1855.
  • Anthologia pratensis seu Carmina sacerdotum Pratensium qui vixerunt inedita aut rara, Prato, Guasti, 1857.
  • Lettera pastorale al clero e al popolo della città e diocesi di Colle per la Quaresima del 1874, Colle di Val d'Elsa, Montemaggio, 1874.
  • Lettera pastorale alla arcidiocesi di Siena per la quaresima 1887, Siena, Tipografia S. Bernardino, 1887.

Il Fondo Giovanni Pierallini, conservato presso la Biblioteca Roncioniana a Prato, è costituito da materiale miscellaneo e corrispondenza compresi fra il 1845 e il 1876. La documentazione fu quasi certamente donata da lui stesso alla Biblioteca Roncioniana, della quale fu direttore dal 1857 al 1872.[2]

Genealogia episcopale

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La genealogia episcopale è:

  • Giovanni Pestelli (a cura di), La cultura letteraria a Prato dal Medioevo all'Ottocento. Dizionario, Prato, Piano B, 2011, p. 276.
  • Pierallini Giovanni, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 19 marzo 2018.
  • Fondo Pierallini Giovanni, su siusa.archivi.beniculturali.it. URL consultato il 19 marzo 2018.

Collegamenti esterni

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Predecessore Vescovo di Colle di Val d'Elsa Successore
Giuseppe Chiaromanni 22 dicembre 1871 – 29 settembre 1876 Marcello Mazzanti

Predecessore Arcivescovo metropolita di Siena Successore
Enrico Bindi 29 settembre 1876 – 2 dicembre 1888 Celestino Zini
Controllo di autoritàVIAF (EN71416531 · ISNI (EN0000 0000 6129 6707 · SBN CFIV025588 · BAV 495/160058 · BNF (FRcb12084402v (data)