Girolamo Bonaparte
Girolamo Bonaparte | |
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Ritratto di Girolamo Bonaparte, re di Vestfalia di François Gérard, 1811, Castello di Fontainebleau | |
Re di Vestfalia | |
In carica | 8 luglio 1807 – 26 ottobre 1813 |
Predecessore | titolo creato |
Successore | titolo estinto |
Principe di Montfort | |
In carica | 31 luglio 1816 – 24 giugno 1860 |
Predecessore | titolo creato |
Successore | Girolamo Napoleone Carlo Bonaparte |
Altri titoli | Maresciallo di Francia |
Nascita | Ajaccio, 15 novembre 1784 |
Morte | Villegénis, 24 giugno 1860 (75 anni) |
Luogo di sepoltura | Hôtel des Invalides, Parigi |
Casa reale | Bonaparte |
Padre | Carlo Maria Bonaparte |
Madre | Maria Letizia Ramolino |
Coniugi | Elizabeth Patterson Caterina di Württemberg Giustina Pecori-Suárez |
Figli | Girolamo Napoleone Girolamo Napoleone Carlo Matilde Napoleone Girolamo Giuseppe |
Religione | Cattolicesimo |
Jérôme Bonaparte | |
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Jérôme Bonaparte fotografato da Pierre-Louis Pierson | |
Presidente del Senato francese | |
Durata mandato | 28 gennaio 1852 – 30 novembre 1852 |
Monarca | Napoleone III |
Predecessore | Étienne-Denis Pasquier (Camera dei Pari) |
Successore | Raymond-Theodore Troplong |
Dati generali | |
Partito politico | Bonapartista |
Firma |
Girolamo Bonaparte (Ajaccio, 15 novembre 1784 – Villegénis, 24 giugno 1860) fu re di Vestfalia (1807 – 1813), principe di Montfort (1816 – 1860) e maresciallo di Francia dal 1850.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Infanzia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque ad Ajaccio da Carlo Maria Bonaparte e da Maria Letizia Ramolino, ultimo fratello di Napoleone Bonaparte.
Carriera militare
[modifica | modifica wikitesto]Uscito dal collegio di Jully, dove compì i suoi studi, entrò nel gennaio del 1800 in Marina e l'anno successivo ottenne il grado di guardiamarina. Suo cognato, il generale Victor Emanuel Leclerc, lo condusse con sé a Santo Domingo, dove si recava per sedare la rivolta di Toussaint Louverture. Tornato in Francia con importanti messaggi per Napoleone, ripartì per la Martinica al comando della nave L'Épervier e con la ripresa delle ostilità contro l'Inghilterra, ricevette l'ordine di incrociare di fronte alla rada di Saint-Pierre e dell'isola di Tobago.
Costretto dopo alcuni mesi dalla marina britannica a rinunciare a questa sorveglianza, si recò a New York, dove sposò la figlia minorenne di William Patterson, Elisabetta Patterson. Il matrimonio fu annullato in Francia nel 1805 nonostante fosse già nato a Londra il figlio Girolamo Napoleone. Rientrato fortunosamente in Francia nel 1805, fu incaricato dal fratello imperatore di andare ad Algeri a recuperare 250 genovesi prigionieri del Bey Hussein che li tratteneva come schiavi: il successo di questa missione gli valse il titolo di capitano di vascello.
Dal comando di un vascello, Le Vétéran, passò a quello di una squadra di otto vascelli che condusse nel 1806 alla Martinica. Una tempesta di vento disperse la squadra e lui ne approfittò per abbandonare la squadra e tornarsene con Le Vétéran in Francia, senza avvisare il comandante ammiraglio Willaumez. Inseguito dagli inglesi riuscì, grazie anche all'abilità del suo pilota Jean Marie Furic, a riparare a Concarneau (Bretagna).
In Francia fu nominato quello stesso anno contrammiraglio, principe di Francia, con una rendita di un milione, fu decorato della Grand'Aquila della Legion d'Onore e ritrovò il suo posto nell'ambito della famiglia Bonaparte.
Re di Vestfalia
[modifica | modifica wikitesto]Ad agosto del 1807 sposò Caterina di Württemberg, figlia del re Federico I di Württemberg e subito dopo il fratello imperatore lo fece re di Vestfalia, mandandolo a risiedere nel castello di Wilhelmshöhe a Kassel, in Germania. Il regno, vassallo dell'Impero francese, ebbe un ruolo fondamentale nel supporto e nel sostentamento finanziario delle truppe francesi durante le guerre napoleoniche sul fronte orientale, in particolar modo durante la campagna di Russia.
Giovane, spensierato e frivolo, mancava spesso di prudenza e moderazione, condusse una vita di divertimenti e si circondò di amanti[1]. Napoleone gli affiancò due ministri, Beugnot e Reinhart, perché si occupassero dell'amministrazione, ma per loro fu molto difficile controllare il giovane scapestrato.
A novembre dello stesso anno Girolamo diede al novello regno un regime costituzionale sul modello francese, ma la sua amministrazione lasciò parecchio a desiderare per l'eccesso di spese e di tasse.
Dalla marina all'esercito
[modifica | modifica wikitesto]Nell'agosto 1807 lasciò la marina per assumere il comando delle truppe bavaresi e del Württemberg con le quali occupò la Slesia sottraendola al re di Prussia, il che gli varrà, tre mesi dopo la pace di Tilsit, il grado di generale di divisione. Nel 1812, lasciato il governo della Vestfalia agli amministratori, seguì Napoleone nella Campagna di Russia con il comando di uno dei dodici corpi d'armata di cui era costituita la Grande Armée (24 giugno 1812). Qui non si distinse certo per bravura, tanto che nemmeno un mese dopo, rimproverato severamente dal fratello per il mancato intervento contro le truppe del generale russo Bagration, si adontò e si dimise tornandosene in Vestfalia.
Durante i Cento giorni ricevette dal fratello il comando di una divisione nel II Corpo d'armata del generale Reille, ma non diede neppure in questa occasione una buona prova di sé: nell'ambito della battaglia di Waterloo attaccò insistentemente il nemico ad Hougoumont (un obiettivo di scarsa importanza), provocando gravi perdite nella sua divisione e costringendo il suo comandante a distogliere forze preziose in altro settore per toglierlo dai guai.
Perdita del Regno
[modifica | modifica wikitesto]Dopo i disastri del 1812 e 1813 dovette abbandonare il regno di Vestfalia, ma la moglie Caterina non lo lasciò e lo accompagnò a Parigi. Nel marzo 1814 si dovettero separare, lei rientrò nel Württemberg e lui accompagnò l'imperatrice Maria Luisa d'Asburgo-Lorena a Blois. Dopo l'abdicazione di Napoleone tornò alla corte del Württemberg. Nel 1815 si trovava con la moglie a Trieste quando la notizia del ritorno del fratello dall'esilio dell'isola d'Elba lo riportò a Parigi.
Esilio
[modifica | modifica wikitesto]La caduta definitiva del fratello imperatore costrinse Girolamo ad allontanarsi dalla Francia ed a rientrare alla corte del suocero. Qui gli fu dato il castello di Ellwangen con l'obbligo di risiedervi con la moglie. Nel giugno 1816, poco prima di morire, il suocero lo creò principe di Montfort. Il mese successivo si trasferì a Vienna con la famiglia per incontrare la sorella Carolina, vedova di Gioacchino Murat.
Da allora risiedette alternativamente a Vienna ed a Trieste dove acquistò la villa del barone Cassis (poi Necker). Tuttavia il ministro Metternich non tollerò la presenza di un Bonaparte in una città marittima dell'impero austriaco. Il 26 marzo 1823 Girolamo fu costretto ad abbandonare Trieste e, dopo aver ottenuto il permesso dalle autorità pontificie, proseguì il suo esilio a Roma dove lo attendeva sua madre, Maria Letizia Ramolino, ed altri membri della famiglia imperiale. Nella città eterna acquistò dal fratello Luciano Bonaparte Palazzo Nunes. Dal 1825 il principe di Montfort iniziò a frequentare Porto San Giorgio e Fermo nelle Marche, dimorando dal 1827 presso il palazzo Nannerini a Fermo (oggi Palazzo Monsignani-Sassatelli, sede della Prefettura), dove, a partire dal 1810, era vissuto il Viceré del Regno Italico Eugenio, figliastro di Napoleone. Dal 1829 al 1831 Girolamo si stabilì con la famiglia a Porto San Giorgio nella villa Caterina, costruita in stile neoclassico su progetto dell'architetto Ireneo Aleandri. Dopo il fallimento dei moti del 1831 nel Fermano ed il ripristino dello Stato Pontificio, su ordine delle autorità pontificie, Girolamo fu costretto a lasciare la villa, che fu acquisita dalla Camera Apostolica.
Deceduta la moglie Caterina nel 1835, nel 1840 sposò in segreto una nobildonna italiana, Giustina Pecori-Suárez (1811–1903), vedova del marchese Luigi Bartolini-Baldelli, con il solo rito religioso, a Firenze. Solo nel 1853 il matrimonio venne reso pubblico e celebrato a Parigi con cerimonia civile.
Presidenza del Senato francese sotto Napoleone III e morte
[modifica | modifica wikitesto]Girolamo Bonaparte rientrò in Francia dopo gli avvenimenti del febbraio 1848, vivendo a Parigi una vita ritirata, in un appartamento situato al numero 3 della rue d'Alger. La popolarità politica crescente di suo nipote, il principe Luigi Napoleone e futuro Napoleone III di Francia, lo costringeva infatti a mantenersi in disparte per non ostacolare le attività politiche del parente. Questo atteggiamento cessò con la nomina di Luigi alla presidenza, ottenuta con sei milioni di voti. A questo punto Girolamo venne nominato il 23 dicembre 1848 governatore generale dell'Hôtel des Invalides e Maresciallo di Francia il 1º gennaio 1850. Divenne successivamente presidente del Senato nel 1851 e fu reintegrato, dopo il ristabilimento dell'Impero, del titolo e degli onori di Principe imperiale nel 1852.
Le sue spoglie riposano nella cattedrale di Saint Louis des Invalides. La tomba è situata accanto al grande sarcofago di Napoleone, insieme a quella del fratello più grande Giuseppe Bonaparte, dei generali Duroc e Bertrand e del nipote, il Re di Roma.
Fu iniziato alla Massoneria nella Loggia La Paix di Tolone[2].
Le sue memorie e corrispondenze sono state pubblicate nel 1863.
Discendenza
[modifica | modifica wikitesto]Girolamo[3], dalle due mogli legittime ebbe quattro figli:
- Girolamo Napoleone (1805 – 1870)[4]
- Girolamo Napoleone Carlo Federico (1814 – 1847)
- Matilde (1820 – 1904), detta "la principessa Matilde", andata sposa nel 1840 al principe di San Donato, Anatole Demidoff (1813 – 1870, i due si separarono sette anni dopo)
- Napoleone Girolamo Giuseppe Carlo (1822 – 1891), detto Plon Plon; sposò nel 1859 Maria Clotilde di Savoia, contessa di Moncalieri e figlia primogenita di Vittorio Emanuele II di Savoia re d'Italia
Nel 1840 sposa Giustina Pecori-Suarez[3].
Al di fuori dei matrimoni ebbe:
- dalla moglie dell'ufficiale francese Jean-Jacques Lagarde, Adélaïde Mélanie Denizot:[5]
- Durante le sue frequenti permanenze estive nei territori del Fermano, (dove fece edificare su progetto dell'Aleandri una villa), ebbe, da una donna del posto:
- Paolina Leoni[3] (Bonaparte), che chiamò come la sua più celebre sorella. Paolina sposerà il Marchese Giuseppe Ignazio Trevisani di Francavilla d'Este, già senatore del Regno d'Italia, dal quale si separerà per andare a vivere alla corte imperiale delle Tuileries dal cugino Napoleone III.
- dalla contessa Diana Waldner von Freundstein (1788 – 1844), sposata a Guglielmo Rabe von Pappenheim:[6]
- Jeromée Catharina Jenny Rabe von Pappenheim (1811 – 1890), sposata a Werner von Gunsted (1813-1864)[7], nonna della scrittrice e femminista Lily Braun (1865 – 1916)
- Marie Pauline von Schönfeld (1813 – 1873), dal 1832 suora (mère Marie de la Croix)[8] nel convento agostiniano des Oiseaux (congrégation de Nôtre Dame) a Parigi, rue de Sèvres, edificio oggigiorno non più esistente.[9]
Ascendenza
[modifica | modifica wikitesto]Genitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Sebastiano Nicola Buonaparte | Giuseppe Buonaparte | ||||||||||||
Maria Bozzi | |||||||||||||
Giuseppe Maria Buonaparte | |||||||||||||
Maria Anna Tusoli di Bocagnano | Carlo Tusoli di Bocagnano | ||||||||||||
Isabella Tusoli | |||||||||||||
Carlo Maria Buonaparte | |||||||||||||
Giuseppe Maria Paravicini | Francesco Maria Paravicini | ||||||||||||
Geronima Baciocchi | |||||||||||||
Maria Saveria Paravicini | |||||||||||||
Maria Angela Salineri | Angelo Agostino Salineri | ||||||||||||
Francetta Merezano | |||||||||||||
Girolamo Bonaparte, Re di Vestfalia | |||||||||||||
Giovanni Agostino Ramolino | Giovanni Girolamo Ramolino | ||||||||||||
Maria Letizia Boggiani | |||||||||||||
Giovanni Geronimo Ramolino | |||||||||||||
Angela Maria Peri | Andrea Peri | ||||||||||||
Maria Maddalena Colonna d'Istria | |||||||||||||
Maria Letizia Ramolino | |||||||||||||
Giuseppe Maria Pietrasanta | Giovanni Antonio Pietrasanta | ||||||||||||
Paola Brigida Sorba | |||||||||||||
Angela Maria Pietrasanta | |||||||||||||
Maria Giuseppa Malerba | Ignazio Malerba | ||||||||||||
… | |||||||||||||
Titoli e trattamento
[modifica | modifica wikitesto]- 1784 - 1807: Monsieur Girolamo Bonaparte
- 1807 – 1813: Sua maestà, il Re di Vestfalia
- 1813 – 1814: Sua altezza imperiale, il principe Girolamo, principe francese
- 1816 – 1860: Sua altezza, il Principe di Monfort
- 1853 – 1860: Sua altezza imperiale, il principe Girolamo, principe francese, principe di Monfort
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze straniere
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La moglie Caterina di Württemberg, che lo amava moltissimo e che anche di fronte a questo suo comportamento chiudeva tutti e due gli occhi, lo chiamava: "La tacchina di Vestfalia"
- ^ (FR) Laurent Kupferman - Emmanuel Pierrat, Le Paris des Francs-Maçons, Parigi, 2013, p. 73.
- ^ a b c GIROLAMO BONAPARTE – HistoriaPage, su historypage.it. URL consultato il 14 giugno 2022.
- ^ Uno dei due figli di Girolamo Napoleone, Carlo Giuseppe Bonaparte (1851 – 1921), fu Segretario di Stato della Marina Americana sotto la presidenza di Theodore Roosevelt e fu il fondatore dell'FBI nel 1908.
- ^ (DE) Wilhelm Brepohl, "Die »Gräfin von Wietersheim«. Eine Tochter Jérôme Napoleons / Ihr Leben und das Schicksal ihrer Familie", in: Mindener Heimatblätter, 27. Jahrgang (1955), Nr. 6/7, S.68-77 und Nr. 8/10, S. 89-96.
- (DE) Siegfried Lotze, "Die Familien von Schlotheim und Jérômes Tochter Mélanie Gräfin von Wietersheim", in: König Jérôme und der Reformstaat Westphalen. Ein junger Monarch und seine Zeit im Spannungsfeld von Begeisterung und Ablehnung, (= Hessische Forschungen, Band 47), hrsg. von Helmut Burmeister, Hofgeismar 2006, S. 125-128.
- ^ L'Almanacco di Gotha A XXI (1990) esclude che Jenny fosse figlia di Guglielmo Rabe von Pappenheim
- ^ Werner von Gustedt, su geni_family_tree. URL consultato il 14 giugno 2022.
- ^ Marie Pauline von Schönfeld: mère Marie de la Croix, su gw.geneanet.org.
- ^ Trasformato poi in collegio femminile, gli edifici furono venduti e dal 1909 abbattuti. Vedasi Couvent des Oiseaux (Wikipédia français)
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Carolina Bonaparte
- Elisa Bonaparte
- Giuseppe Bonaparte
- Luciano Bonaparte
- Luigi Bonaparte
- Paolina Bonaparte
- Famiglia Bonaparte
- Pier Damiano Armandi
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Girolamo Bonaparte
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Girolamo Bonaparte, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- (EN) Charlene Boyer Lewis, Jérôme Bonaparte, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (FR) Pubblicazioni di Girolamo Bonaparte, su Persée, Ministère de l'Enseignement supérieur, de la Recherche et de l'Innovation.
- (FR) Girolamo Bonaparte, su senat.fr, Senato francese.
- Biografia online di Girolamo Bonaparte (in Tedesco) [collegamento interrotto], su lwl.org.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 39403245 · ISNI (EN) 0000 0001 2320 5226 · SBN CUBV093378 · BAV 495/192088 · CERL cnp00969056 · LCCN (EN) n85811080 · GND (DE) 118557432 · BNE (ES) XX4940774 (data) · BNF (FR) cb120850140 (data) · J9U (EN, HE) 987007263464605171 |
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- Sovrani del XIX secolo
- Francesi del XIX secolo
- Nati nel 1784
- Morti nel 1860
- Nati il 15 novembre
- Morti il 24 giugno
- Nati ad Ajaccio
- Morti a Massy (Essonne)
- Bonaparte
- Gran croce della Legion d'onore
- Marescialli di Francia
- Massoni
- Persone iscritte sull'Arco di Trionfo a Parigi
- Decorati della médaille de Sainte-Hélène