Giuseppe Giacomo Cotti

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Giuseppe Giacomo Cotti
NascitaGrazzano Badoglio, 26 aprile 1838
MorteCustoza, 24 giugno 1866
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoRegno di Sardegna
Italia (bandiera) Regno d'Italia
Forza armataArmata sarda
Regio esercito
ArmaFanteria
Anni di servizio1858 - 1866
GradoCapitano
GuerreSeconda guerra d'indipendenza italiana
Terza guerra d'indipendenza italiana
CampagneCampagna piemontese in Italia centrale
BattaglieBattaglia di Palestro
Assedio di Perugia
Assedio di Capua (1860)
Battaglia di Custoza (1866)
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Torino
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870 [1]
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Giuseppe Giacomo Cotti (Grazzano Badoglio, 26 aprile 1838Custoza, 24 giugno 1866) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della terza guerra d'indipendenza italiana.

Nacque a Grazzano d'Asti[N 1] il 26 aprile 1838 figlio di Giuseppe e Rosa Finazzi, era fratello del celebre giurista Pietro Cotti.[2]

Entrò nella Regia Accademia Militare di Torino il 19 aprile 1858, uscendone già l'anno successivo col grado di sottotenente del corpo dei granatieri.[2] Venne quindi assegnato al 9º Reggimento fanteria della brigata Regina.[2]

Nella seconda guerra d'indipendenza italiana venne posto sotto il comando del generale Filippo Brignone ed ottenne una medaglia d'argento al valor militare per le capacità ed il coraggio dimostrati nella battaglia di Palestro.[2] Dopo questo scontro, il 19 ottobre, venne promosso tenente. Nella successiva campagna piemontese in Italia centrale prese parte quindi all'assedio di Perugia ottenendo una menzione onorevole e poi una seconda medaglia d'argento al valor militare per l'assedio di Capua nell'anno successivo.[2]

Promosso al grado di capitano del 5º Reggimento Granatieri nel marzo 1861, per le sue doti militari, il 12 ottobre 1862 fu designato ufficiale d'ordinanza del principe Amedeo di Savoia, figlio di Vittorio Emanuele II e fratello del futuro re Umberto I.[2] Prese parte alla terza guerra d'indipendenza italiana, e il 24 giugno 1866 partecipò alla battaglia di Custoza.[2] Quando il principe Amedeo, comandante della Brigata "Granatieri di Lombardia", dovette ritirarsi dalla linea per la ferita riportata in combattimento, egli spontaneamente si mise agli ordini del generale Giuseppe Govone, comandante della Divisione.[2] Questa scelta gli fu fatale in quanto venne colpito da una pallottola austriaca in località Monte Torre decedendo sul colpo.[2] Il suo corpo non fu mai identificato. Impressionato dal gesto eroico, il re gli concesse la medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2] Il paese di Grazzano gli ha successivamente dedicato la locale scuola elementare e la piazza principale dell'abitato.

Onorificenze italiane

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Medaglia d'oro al valor militare (alla memoria) - nastrino per uniforme ordinaria
«Pel valore e sangue freddo dimostrati in tutta la giornata. Rimasto sul campo di battaglia anche dopo la ferita di S.A.R. il principe Amedeo, offriva spontaneamente i suoi servigi al comandante la 9 divisione, ed eseguite varie missioni importanti, affrontando seri pericoli, rimaneva vittima del suo valore, ucciso da un colpo di mitraglia. Custoza, 24 giugno 1866.[3]»
Medaglia d'Argento al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Fu sempre dove più infieriva la lotta e contribuì al buon esito del combattimento
Medaglia d'Argento al Valor Militare - nastrino per uniforme ordinaria
— Assedio di Capua, 1860
Medaglia commemorativa delle campagne delle Guerre d'Indipendenza (2 barrette) - nastrino per uniforme ordinaria

Onorificenze straniere

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Cavaliere dell'Ordine di Takovo (Regno di Serbia) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine del Dannebrog (Danimarca) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine della Torre e della Spada (Portogallo) - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere dell'Ordine di Carlo III (Spagna) - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia francese commemorativa della Seconda Guerra d'Indipendenza italiana (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria
  1. ^ All'epoca l'appellativo "Badoglio" in onore del maresciallo Badoglio non era ancora stato aggiunto alla denominazione comunale
  1. ^ Carolei, Greganti 1950, p.184.
  2. ^ a b c d e f g h i j Combattenti Liberazione.
  3. ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato, su quirinale.it. URL consultato il 28 maggio 2018.
  • Gaetano Carolei e Guido Greganti, Le Medaglie d’oro al Valore Militare dal 1848 al 1870, Roma, Tipografia regionale, 1950, p. 184.
  • Alberto Pollio, Custoza (1866), Roma, Libreria dello Stato, 1925.

Collegamenti esterni

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