Leone di Nemea
Leone di Nemea (in greco antico: Νεμέος λέων?, Neméos léōn) o Leone Nemeo, è una creatura della mitologia greca.
Aspetto
[modifica | modifica wikitesto]Il mito parla di un enorme leone che tormentava la popolazione di Nemea la cui pelliccia era impenetrabile dalle armi, poiché non poteva essere ferita da ferro, bronzo o dalla pietra ed era necessaria la sola forza della mano umana per la sua sottomissione[1].
Genealogia
[modifica | modifica wikitesto]Secondo Esiodo era figlio di Ortro e Chimera[2] oppure, secondo Apollodoro era figlio di Tifone[3], mentre Igino invece, scrive che sia figlio di Selene[4][5].
Per Esiodo anche la Sfinge sarebbe nata dai suoi stessi genitori (Ortro e Chimera) e i due sarebbero così fratelli[2].
Mitologia
[modifica | modifica wikitesto]Il leone apparteneva ad Era che lo aveva cresciuto sulle colline attorno alla città di Nemea e luogo dove terrorizzava ed assaliva la gente[2].
Fu cacciato ed ucciso da Eracle che, giunto nei pressi della sua dimora, cercò invano di trafiggerlo usando arco e frecce ma, avendo la pelliccia invulnerabile ne fu protetto e non subì ferite. Da Eracle fu poi aggredito a colpi di clava e per difendersi fuggì in una caverna con due uscite, che fu però bloccata dall'avversario che poi continuò ad assalirlo entrando dall'altra parte. Intrappolato, fu poi raggiunto e cinto al collo con un braccio per essere soffocato fino alla morte. Eracle poi se lo caricò sulle spalle e lo portò a Cleone[6].
In seguito Eracle scuoiò il leone ed utilizzò per se stesso la pelliccia, ottenendo una difesa invincibile contro i nuovi pericoli che avrebbe affrontato[7].
Il leone Nemeo fu posto da Zeus tra i segni dello zodiaco, dove formò la costellazione del leone.
Igino aggiunge che già a quei tempi si pensava che il leone fosse il re degli animali e che per questo motivo sia stato messo tra le stelle[8].
Altre versioni
[modifica | modifica wikitesto]Alcuni dicono anche che l'accaduto del leone sia successo a Caudium nel Sannio caudino, odierna Montesarchio, in una delle grotte del Taburno[senza fonte].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Diodoro Siculo, Biblioteca storica 4. 11. 3.
- ^ a b c Esiodo, Teogonia 327.
- ^ Apollodoro, Biblioteca, 274.
- ^ Igino, Fabulae 30.
- ^ (EN) Leone di Nemea, su Theoi.com.
- ^ Apollodoro, Biblioteca libro II, 74-76.
- ^ Diodoro Siculo, Biblioteca storica 4. 11.4.
- ^ Igino, Astronomica 2.24.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Apollodoro, Biblioteca, 2.5.1.
- Esiodo, Teogonia, 327.
- Fonti secondarie
- (EN) William Smith (a cura di), Heracles or Hercules, in Dictionary of Greek and Roman Biography and Mythology, Londra, 1849. URL consultato il 9 giugno 2016.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Leone di Nemea
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Nemea, leóne di, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) Nemean lion, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Leone di Nemea, su Theoi Project.