Mustafa Naima
Mustafa Naima (in Turco ottomano: مصطفى نعيما, traslitterato: Muṣṭafā Na'īmā, conosciuto anche come Halepli Mustafa Naîmâ Efendi; Aleppo, 1655 – Patrasso, 1716) è stato uno storico ottomano.[1] Scrisse la cronaca nota come Tārīḫ-i Na'īmā (Storia di Naima). È spesso considerato il primo storico ufficiale dell'Impero ottomano, anche se questa carica formale non fu probabilmente creata fino al tempo del suo successore, Rashid.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Mustafā Na'īm era figlio di un giannizzero di istanza ad Aleppo, nella Siria ottomana. Entrò nel corpo dei Baltacı (gli alabardieri della guardia di palazzo) a Costantinopoli e lì fu educato come scritturale. Ricoprì diversi incarichi minori salendo nell'amministrazione finanziaria dell'impero, fino a quando gli intrighi di palazzo lo costrinsero ad essere inviato ad un posto amministrativo provinciale, partecipando nel 1714-1715 alla campagna di Morea con un incarico amministrativo.
Come storico Naima menziona l'arrivo degli ambasciatori Mughal: Qaim Beg, Sayyid Ataullah e Hajji Ahmad Saeed, inviati dall'imperatore Moghul Shah Jahan. Gli ambasciatori alloggiarono nel serraglio di Saiwush Pascià.[2]
Opere
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1698 o 1699 il gran visir Amcazade Köprülü Hüseyin Pascià gli incaricò di scrivere una storia degli Ottomani, che fu intitolata Ravżatu'l-Ḥüseyn fī ḫulāṣati aḫbāri'l-ḫāfiḳeyn (روضة الحسين فى خلاصة أخبار الخافقين in turco ottomano; letteralmente: "Il giardino di Hüseyin nel riassunto delle cronache d'Oriente e d'Occidente"). Quest'opera, scritta sotto forma di annali, fu terminata nel 1704 e copre gli eventi degli anni dal 1591 al 1660. Ha usato cronache di autori precedenti, alcuni oggi perduti. Raccolse dati per continuare fino al 1689 ma la sua opera non fu pubblicato e le note sono andate perse.[3]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Amy Tikkanen, Mustafa Naima, in Encyclopaedia Britannica.
- ^ Naimur Rahman Farooqi, Mughal-Ottoman Relations: A Study of Political & Diplomatic Relations Between Mughal India and the Ottoman Empire, 1556-1748, Idarah-i Adabiyat-i Delli, 1989.
- ^ (EN) Richard C. Repp, Naima, in Encyclopaedia of Islam, vol. VII, II edizione, ISBN 90-04-09419-9.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Norman Itzkowitz, Ottoman Empire and Islamic Tradition, University of Chicago Press, 1980, ISBN 0-226-38806-9.
- (EN) Thomas, Lewis V., Study of Naima, 1972, ISBN 0-8147-8150-0.
- (EN) Mustafa Naima, Annals of the Turkish Empire: from 1591 to 1659, traduzione di Charles Fraser, Londra, Oriental Translation Fund, 1832.
- (DE) Gül Şen, Kompilation als Handwerk des Historiographen – Zur Narrativität in Naʿīmās (gest. 1716) Hofchronik Tārīḫ-i Naʿīmā, Berlino, 2015, pp. 169–218, ISBN 978-3-86893-004-7.
- (DE) Gül Şen, Das Ereignis von Edirne (1703). Astrologie als Strategie zur Herrschaftslegitimation und Kontingenzbewältigung, in Das Mittelalter, vol. 20, n. 1, 2015, pp. 115–138.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Controllo di autorità | VIAF (EN) 44577559 · ISNI (EN) 0000 0001 1060 0948 · CERL cnp01387898 · LCCN (EN) n85055448 · GND (DE) 120723476 · BNF (FR) cb15003987z (data) · J9U (EN, HE) 987007298213405171 |
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