Nino Vingelli

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Nino Vingelli in Milano... difendersi o morire (1978)

Nino Vingelli, all'anagrafe Salvatore Vingelli (Napoli, 4 giugno 1912Roma, 26 marzo 2003), è stato un attore italiano.

Iniziò giovanissimo a seguire la sua passione per il canto e per il teatro, calcando i palcoscenici dei teatri della sua città in cui si esibivano soprattutto compagnie tradizionali in lingua napoletana.

Si trasferì a Roma prima della guerra e divulgò nei teatri romani la sceneggiata napoletana: Zappatore, Mamma perdoname, Lacreme napulitane ed altre ancora, facendosi così conoscere dal pubblico dei Teatri Reale, Smeraldo, Principe e Ambra Jovinelli, luoghi dove erano in voga il varietà e l'avanspettacolo.

Nel 1941 iniziò la sua avventura cinematografica e debuttò come caratterista nella pellicola I mariti (Tempesta d'anime) di Camillo Mastrocinque, tratta dalla commedia ottocentesca I mariti, di Achille Torelli. Ma fu il ruolo di Pasqualino o'17 nel film Processo alla città (1952) di Luigi Zampa a portargli una certa notorietà. Nel 1960 recitò la parte di Vincenzino Esposito in Fra' Manisco cerca guai... con Aldo Fabrizi. Prese parte a più di 200 film, recitando al fianco di Totò, Nino Taranto, Alberto Sordi, Ciccio Ingrassia, Franco Franchi, Renato Salvatori, Nino Manfredi, Vittorio De Sica e molti altri. Nel 1967 ritornò al teatro, interpretando il ruolo di Napoleone Botta ne Il contratto di Eduardo De Filippo.

Vingelli con Totò in Napoli milionaria (1950)

Gli anni cinquanta furono il suo periodo migliore dal punto di vista artistico, coronati dall'aggiudicazione del Nastro d'argento al migliore attore non protagonista per il film La sfida (1958), nel quale interpretò un guappo, per la regia di Francesco Rosi, che l'anno successivo lo diresse nuovamente ne I magliari (1960).

La sua lunga carriera proseguì anche in campo internazionale, Jules Dassin lo volle accanto a Yves Montand nel ruolo di Pizzaccio nel film La legge. Recitò in Matrimonio alla francese, accanto a Jean Gabin e Michèle Mercier. Nel 1964 interpretò il ruolo di Amalfitano, il sergente guastafeste in Italiani, brava gente di Giuseppe De Santis.

Col passare del tempo Vingelli iniziò anche a interpretare alcuni ruoli in sceneggiati televisivi tra cui L'Alfiere del 1956, continuando a recitare sino alla soglia dei novant'anni. Negli anni settanta ha un piccolo ruolo nel film di Umberto Lenzi, Napoli violenta (1976), dove interpreta don Antonio 'O Polipo, un ricettatore che sta trattando un affare con un ladro; entrambi vengono sorpresi dal commissario Betti, interpretato da Maurizio Merli.

Morì a Roma il 26 marzo 2003.

Nino Vingelli (seduto) e Totò in una scena dell'episodio Il guappo del film L'oro di Napoli del 1954 diretto da Vittorio De Sica.
Nino Vingelli in una scena del film I due assi del guantone (1971)
  • Gli attori, Roma, Gremese editore, 2003.

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