Orfeo Mazzitelli
Orfeo Mazzitelli | |
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Nascita | Salerno, 15 agosto 1915 |
Morte | Vietri sul mare, 29 gennaio 1984 |
Luogo di sepoltura | Cimitero comunale di Brignano |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Aeronautica |
Specialità | caccia |
Reparto | 359ª Squadriglia 22º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre[1] |
Anni di servizio | 1937 - 1943 |
Grado | Tenente pilota |
Guerre | Seconda guerra mondiale |
Comandante di | 359ª Squadriglia |
Decorazioni | qui |
dati tratti da Un pilota per Napoli[2] | |
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Orfeo Mazzitelli (Salerno, 15 agosto 1915 – Vietri sul mare, 29 gennaio 1984) è stato un aviatore e militare italiano, pilota della specialità caccia della Regia Aeronautica durante la seconda guerra mondiale, ottenne la qualifica di asso conseguendo 8 vittorie personali e 14 in collaborazione[1].
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Salerno il 15 agosto 1915,[2] e giovanissimo conseguì il brevetto di pilota civile, mentre nel 1936 fu ammesso a frequentare la Scuola di volo della Regia Aeronautica di Pescara.[2] Il 1º settembre 1937 ottenne il brevetto di pilota militare, e la conseguente nomina a sottotenente. Il suo curriculum, e le buone prove fornite durante i mesi di addestramento, gli consentirono di accedere alla specialità caccia.[2] La prima assegnazione fu presso l'88ª Squadriglia del 1º Stormo Caccia Terrestre, allora considerato uno dei reparti d’eccellenza della Regia Aeronautica. Presso la squadriglia iniziò l'addestramento acrobatico volando sui Fiat C.R.30.[2] Nell'agosto 1938 divenne istruttore di volo a vela presso il campo d'aviazione di Pavullo,[2] e nel novembre dello stesso anno fu trasferito alla 131ª Squadriglia Osservazione Aerea basata sull'aeroporto di Capodichino.[2] L'anno successivo ottenne il brevetto internazionale "C d'argento" presso la Scuola di Volo Veleggiato di Sezze-Littoria.[2]
Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, il 10 giugno 1940, verso la fine dello stesso anno fu promosso al grado di tenente,[2] ma un grave incidente verificatosi in fase di atterraggio lo tenne lontano dal campo di battaglia fino all'aprile 1942.[2]
Riprese a volare venendo sottoposto ad un lungo ciclo di addestramento acrobatico, e nel novembre 1942 fu assegnato alla 162ª Squadriglia Caccia Terrestre. Andò per la prima volta in missione operativa[N 1] il giorno 21, volando a bordo di un caccia Fiat G.50 Saetta.[2] L'11 dicembre[2] andò per la prima volta in combattimento a bordo di un caccia Aermacchi C.200 Saetta, mitragliando un bombardiere inglese durante un volo di vigilanza.[3] All'inizio del 1943[2] fu trasferito presso la 371ª Squadriglia[1] del 22º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre,[N 2][4] agli ordini del capitano Eber Giudice.[N 3] Nel pomeriggio dell'11 gennaio sostenne il primo combattimento aereo nei cieli di Napoli abbattendo un bombardiere Consolidated B-24 Liberator americano, volando a bordo di un Aermacchi C.202 Folgore.[2]
Il 15 febbraio collaborò[2] all'abbattimento di un altro bombardiere[N 4] americano B-24, danneggiandone gravemente un altro.[N 5] Nel mese di maggio la 371ª Squadriglia venne trasferita a Reggio Calabria, aggregata temporaneamente al 161º Gruppo Autonomo Caccia Terrestre.[5] In questo mese ebbe l'occasione di andare in combattimento a bordo di un caccia Dewoitine D.520 di preda bellica.[5] Nel mese di luglio viene trasferito alla 359ª Squadriglia, assumendone il comando interinale.[6]
Le sue vittorie continuarono a crescere, tanto che alla fine del mese di agosto arrivarono a sette, di cui ben sei bombardieri. L'ultima vittoria avvenne il 6 settembre a spese di un caccia Lockheed P-38 Lightning abbattuto nei pressi di Sparanise.[7] Fu la sua ultima vittoria, oltre che il canto del cigno della Regia Aeronautica, in quanto due giorni dopo, l'8 settembre, venne proclamato l'armistizio con gli anglo-americani.[7]
Nel dopoguerra tornò alla vita civile, laureandosi in ingegneria[7] e incominciando la carriera di imprenditore. Fondò il Gruppo Mazzitelli, un'impresa di costruzioni operante nel settore delle opere pubbliche. Nel 1973 fondò la prima televisione privata nell'Italia Meridionale, Telebari. Si spense a Vietri sul mare il 29 gennaio 1984,[7] e il suo corpo fu seppellito presso il cimitero comunale di Brignano.
Vittorie
[modifica | modifica wikitesto]Durante la Campagna d'Italia il tenente pilota Orfeo Mazzitelli ottenne complessivamente 8 vittorie confermate,[4] e 14 in compartecipazione.[7]
Nr | data | compagnia | aereo | avversario | località |
1 | 11 gennaio 1943 | 371ª Squadriglia | Aermacchi C.202 Folgore | Consolidated B-24 Liberator | |
2 | 4 aprile 1943 | 371ª Squadriglia | Aermacchi C.202 Folgore | Boeing B-17 Flying Fortress | |
3 | 12 aprile 1943 | 371ª Squadriglia | Aermacchi C.202 Folgore | Consolidated B-24 Liberator | |
4 | 24 maggio 1943 | 371ª Squadriglia | Aermacchi C.202 Folgore | Consolidated B-24 Liberator | stretto di Messina |
5 | 25 maggio 1943 | 371ª Squadriglia | Aermacchi C.202 Folgore | Boeing B-17 Flying Fortress | |
6 | 17 luglio 1943 | 359ª Squadriglia | Aermacchi C.202 Folgore | Boeing B-17 Flying Fortress | tra Capo Palinuro e Capo Bonifazi |
7 | 30 agosto 1943 | 359ª Squadriglia | Aermacchi C.202 Folgore | Lockheed P-38 Lightning | foce del Volturno |
8 | 6 settembre 1943 | 359ª Squadriglia | Aermacchi C.202 Folgore | Lockheed P-38 Lightning | Sparanise |
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 28 giugno 1943.[8]
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Si trattava della missione di scorta ad un convoglio navale.
- ^ Si trattava di una prestigiosa unità, che si era distinta operando in Russia ed sull'isola di Malta.
- ^ Al 22º Gruppo (359ª, 362ª, 369ª e 371ª Squadriglia) posto sotto il comando del maggiore Vincenzo Minguzzi, era affidato il compito di difendere l'area di Napoli e della Campania. L'unità era equipaggiata con un misto di Aermacchi C.200 Saetta e Aermacchi C.202 Folgore, e nel corso del 1943 ricevette anche 9 Dewoitine D.520 e 9 Reggiane Re.2005 Sagittario.
- ^ L'incursione su Napoli del 15 febbraio venne effettuata dai bombardieri B-24 del 98° e 376° Bomber Group della 9ª Air Force di stanza a Gambut, in Libia.
- ^ Che fu visto allontanarsi perdendo quota ed emettendo fumo, tanto che venne considerato come probabilmente abbattuto.
Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Apostolo 2012, p. 94.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o Massimello 1995, p. 41.
- ^ Massimello 1995, p. 42.
- ^ a b Apostolo 2012, p. 95.
- ^ a b Massimello 1995, p. 43.
- ^ Massimello 1995, p. 44.
- ^ a b c d e Massimello 1995, p. 45.
- ^ Bollettino Ufficiale 1943, dispensa 15ª, pag.943 registrato alla Corte dei Conti addì 24 luglio 1943, registro n.2 Aeronautica, foglio 130.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Giorgio Apostolo, Italian Aces of World War 2, Botley, osprey Publishing Company, 2012, ISBN 1-78200-855-1.
- Gianni Cattaneo, Ali d'Italia n.8 Aer.Macchi C.200, Torino, La Bancarella Aeronautica, 1997.
- (EN) Chris Dunning, Combat Units od the Regia Aeronautica. Italia Air Force 1940-1943, Oxford, Oxford University Press, 1988, ISBN 1-871187-01-X.
- reparti dell'Aeronautica Militare, Roma, Ufficio Storico Stato Maggiore dell'Aeronautica, 1977.
- Giulio Lazzati, Stormi d'Italia - Storia dell'aviazione militare italiana, Milano, Ugo Mursia Editore, 1975, ISBN 978-88-425-4079-3.
- Mirko Molteni, L'aviazione italiana 1940-1945 – Azioni belliche e scelte operative, Bologna, Odoya, 2012, ISBN 978-88-6288-144-9.
- Gianni Rocca, I disperati - La tragedia dell'aeronautica italiana nella seconda guerra mondiale, Milano, 1993, ISBN 88-04-44940-3.
- Franco Pagliano, Aviatori italiani: 1940-1945, Milano, Ugo Mursia Editore, 2004, ISBN 88-425-3237-1.
- Franco Pagliano, Storia di diecimila aeroplani, Milano, Edizioni Europee, 1954.
- Periodici
- Giovanni Massimello, Un pilota per Napoli, in Storia Militare, n. 17, Parma, Ermanno Albertelli Editore, 1995, pp. 40-45.
- Ottorino Triboldi, Quel luglio del 1943, in Aeronautica, n. 3, Roma, Associazione Arma Aeronautica, marzo 1999, p. 18.
- Clemente Ultimo, Mazzitelli, il “Barone rosso” salernitano, in Corriere del Mezzogiorno, Napoli, giugno 2011.
Altri progetti
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