Pala di Fano
Pala di Fano | |
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Autore | Pietro Perugino |
Data | 1497 |
Tecnica | olio su tavola |
Dimensioni | 262×215 cm |
Ubicazione | chiesa di Santa Maria Nuova, Fano |
La Pala di Fano è un dipinto a olio su tavola (262x215 cm il pannello principale, 150x250 la lunetta) di Pietro Perugino,[1] datata 1497 e conservata nella chiesa di Santa Maria Nuova a Fano.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Per la chiesa di Fano il Perugino aveva già realizzato un'Annunciazione nel 1497, pure in loco. Alcuni hanno ipotizzato che alla stesura pittorica abbia contribuito anche il giovane Raffaello.
Descrizione e stile
[modifica | modifica wikitesto]In un portico aperto su un luminoso paesaggio di dolci colline che sfumano in lontananza, la Vergine si trova su un alto trono, con davanti un piedistallo su cui è poggiato il vaso mistico e dove si trova l'iscrizione con la data e la firma, che il pittore metteva sempre quando si trattava di spedire un'opera altrove, prodotta nella sua bottega di Firenze o di Perugia. Maria tiene in mano il Bambino con una posizione identica a quella della Madonna nella Pala dei Decemviri, del 1495-1496. Ai lati si trovano i santi Giovanni Battista (con la pelle di cammello e il bastone con la croce), Ludovico di Tolosa (vestito da vescovo), Francesco d'Assisi (assorto nella lettura), Pietro (con le chiavi del Paradiso), Paolo (con la barba lunga e la veste rossa) e Maria Maddalena (con l'ampolla degli unguenti e un giglio bianco da offrire alla Madonna).
Il tema del portico, così frequente nella produzione di Perugino degli ultimi due decenni del Quattrocento, è impostato su schemi già collaudati, con un'architettura solenne ma semplice, che si ritrova anche, ad esempio, nella Madonna col Bambino in trono tra i santi Giovanni Battista e Sebastiano, nel Polittico Albani-Torlonia, nell'Apparizione della Vergine a san Bernardo e nella Pietà.
Grande risalto è dato alle figure in primo piano, con una composizione triangolare culminate nel trono di Maria. Meno usuali sono il ricorso a due piani per i santi, con quelli alle estremità preminenti sul primo piano, e le proporzioni ingrandite di Maria, che a giudicare dalla posizione del trono, dovrebbe essere leggermente più piccola dei due santi principali ai lati.
La scena è impostata secondo uno schema pacato e piacevole, ordinato dalle regole della simmetria e delle rispondenze ritmiche, come si nota nelle inclinazioni delle teste. La Madonna è tipica della produzione matura del pittore, che lasciò il posto all'elegante e raffinata giovinetta in favore di una donna più matura, semplice e severa, in linea con il clima spirituale savonaroliano.[2]
Cimasa e predella
[modifica | modifica wikitesto]La cimasa presenta una Pietà: Cristo morto è alzato sul sepolcro da Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo, con ai lati i dolenti, cioè Maria e Giovanni apostolo. Nonostante la drammaticità della scena, le espressioni dei personaggi sono concertate a una silenziosa contemplazione, priva di connotati espressivi. Fa eccezione la figura di Cristo, che porta chiari i segni della Passione, ma è comunque composta.
La predella presenta le scene della Natività di Maria, la Presentazione di Gesù al Tempio, lo Sposalizio della Vergine, l'Annunciazione e l'Assunzione e consegna della cintola a san Tommaso. In queste scene l'artista usò schemi ben collaudati, come quello del portico, della mandorla incastonata nel paesaggio di una vallata o vari interni impostati sempre secondo una salda spazialità prospettica.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'opera era già stata oggetto di dibattito con l'assegnazione ai due pittori dopo la prima attribuzione allo Zoppo da parte di Adolfo Venturi (Pignatti 1969, p. 91.); dopo una prevalente attribuzione a Bellini la critica più recente pare più propensa verso lo Zoppo (Regione Marche). Non viene consideratanel Catalogo ragionato dove incidentalmente viene considerata come assodata l'ipotesi dello Zoppo (Lucco 2019, p. 327.)
- ^ Tempestini 2000, pp. 47, 187.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vittoria Garibaldi, Perugino, in Pittori del Rinascimento, Scala, Firenze 2004 ISBN 88-8117-099-X
Altri progetti
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