Risen 2: Dark Waters
Risen 2: Dark Waters videogioco | |
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Piattaforma | Microsoft Windows, Xbox 360, PlayStation 3 |
Data di pubblicazione | Microsoft Windows
27 aprile 2012[1] |
Genere | Videogioco di ruolo |
Origine | Germania |
Sviluppo | Piranha Bytes, Wizarbox |
Pubblicazione | Deep Silver |
Preceduto da | Risen |
Seguito da | Risen 3: Titan Lords |
Risen 2: Dark Waters è un videogioco di ruolo fantasy, sequel di Risen della Piranha Bytes[4]. È stato sviluppato e pubblicato dalla Deep Silver.
Il titolo è stato ufficialmente annunciato dalla Deep Silver il 18 agosto 2010, durante una conferenza stampa presso la mostra GamesCom di Colonia. Il sito ufficiale è stato aperto il 19 febbraio 2011. Il gioco è disponibile per piattaforme Microsoft Windows, Xbox 360 e PlayStation 3.[5] La versione per PC è sviluppata direttamente dalla Piranha Bytes. Come per Risen, la software house francese Wizarbox si occupa delle versioni per console Xbox 360 e per la prima volta, PlayStation 3.
Nel 2014 è uscito il terzo capitolo della saga, intitolato Risen 3: Titan Lords.
Antefatto
[modifica | modifica wikitesto]L'Eroe Senza Nome di Risen ha perso l'occhio destro, probabilmente come conseguenza del potere del Monocolo indossato per combattere contro il Titano del Fuoco. La lotta condotta dall'Inquisizione contro i Titani prosegue, ma la sconfitta degli umani è prossima. Sbandato, l'Eroe ha trascorso gli ultimi dieci anni tra le file dell'inquisizione vegetando tra sfiducia e alcolismo. In questo quadro di disfatta e decadenza, comincia la nuova avventura di Risen 2.
Ambientazione
[modifica | modifica wikitesto]Il giocatore non si trova più in un ambiente gotico-medioevale tipico dei Piranha Byte: lo scenario è di tipo marinaresco in una area tropicale-caraibica. Anche il periodo temporale è evidentemente più recente: non ci sono più cavalieri e armature ma pirati, moschetti e cannoni. L'elemento soprannaturale di Risen (magie e incantesimi) in Risen 2 è rappresentato dal Vudù (praticato dagli indigeni e da pochissimi bianchi "iniziati" al culto), che l'Eroe può arrivare a padroneggiare tramite il solito meccanismo di insegnanti e artefatti da comprare o trovare lungo il gioco.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]L'eroe viene incaricato di intrufolarsi tra le file dei pirati, allo scopo di trovare gli artefatti necessari a sconfiggere i restanti 4 titani e Mara, la strega del mare mezza donna e mezzo polipo che domina i Mari tra le isole e le Isole stesse tramite i suoi alleati/schiavi umani.
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Il gioco ha raccolto critiche discordanti. Alcuni recensori esaltano la grafica, l'aderenza all'ambiente piratesco dell'epoca, l'impegno richiesto nelle prime fasi di gioco, il linguaggio crudo tipico di pirati e criminali. Alcuni recensori criticano invece modalità di gioco "piatta", le animazioni dei PNG non in linea con un ambiente piratesco, la trama debole e l'estrema scarsità di possibilità di scelte decisionali da parte del giocatore. In conclusione Risen 2: Dark water è un accettabile gioco RPG, lontano però dai livelli raggiunti dai Piranha Bytes con la saga di Gothic[6].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Steam, US Store.
- ^ http://www.risen2.com/us/?id=23#news-list-container[collegamento interrotto], http://www.yougamers.com/news/33260_risen_2_dark_waters_delayed/
- ^ Pioggia di ritardi, in Play Generation, n. 80, Edizioni Master, giugno 2012, p. 6, ISSN 1827-6105 .
- ^ Risen 2: Dark Waters, in Play Generation, n. 69, Edizioni Master, agosto 2011, p. 19, ISSN 1827-6105 .
- ^ Risen 2 confirmed for PlayStation 3 News • News • Eurogamer.net
- ^ Prima ondata di recensioni italiane | Risen Italia Archiviato il 4 maggio 2012 in Internet Archive.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sito ufficiale, su risen2.deepsilver.com.
- (EN) Risen 2: Dark Waters / Risen 2: Dark Waters (altra versione), su MobyGames, Blue Flame Labs.
- (EN) Risen 2: Dark Waters (Xbox 360) / Risen 2: Dark Waters (PlayStation 3), su GameFAQs, Red Ventures.
- Sito ufficiale, su risen2.deepsilver.com. URL consultato il 24 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 6 maggio 2012).