Sh2-235
Sh2-235 Regione H II | |
---|---|
Sh2-235 e la regione associata | |
Dati osservativi (epoca J2000) | |
Costellazione | Auriga |
Ascensione retta | 05h 40m 53s[1] |
Declinazione | +35° 41′ 31″[1] |
Coordinate galattiche | l = 173,7; b = +02,7[1] |
Distanza | 5870[2] a.l. (1800[2] pc) |
Magnitudine apparente (V) | - |
Dimensione apparente (V) | 40' x 40' |
Caratteristiche fisiche | |
Tipo | Regione H II |
Dimensioni | 20,5[2] a.l. (6,3[2] pc) |
Altre designazioni | |
G174+2.5[2] | |
Mappa di localizzazione | |
Categoria di regioni H II |
Sh2-235 è una regione H II visibile nella costellazione dell'Auriga; è la nube centrale di un complesso nebuloso molecolare ad essa associato, comprendente altre nebulose vicine e catalogato come G174+2.5.
La sua posizione fisica è all'interno del Braccio di Perseo e mostra sia segni di formazione stellare avvenuti in passato, sia oggetti associati a fenomeni ancora in atto; la regione Sh2-235 è la più attiva del complesso e presenta al suo interno diversi oggetti stellari nelle prime fasi della loro vita, più un gran numero di sorgenti infrarosse e radio. La distanza media è stata stimata essere di circa 5870 anni luce.
Osservazione
[modifica | modifica wikitesto]Sh2-235 e il sistema di nebulose ad essa associate si individuano nella parte centrale della costellazione dell'Auriga, sul bordo di una regione ricca di stelle di fondo a causa della presenza della scia della Via Lattea; la loro posizione è facilmente recuperabile circa 4° a WSW della brillante stella
Il periodo più indicato per l'osservazione di questo sistema nebuloso nel cielo della sera ricade genericamente nei mesi compresi fra novembre e aprile. Dall'emisfero boreale la visibilità è notevolmente facilitata, grazie al fatto che si trova a una declinazione moderatamente settentrionale; attorno al 36°N l'area di cielo che ospita le nebulose è visibile perfettamente allo zenit nelle sere della prima metà dell'inverno. Dall'emisfero australe invece la sua osservazione è resa più difficoltosa, sebbene sia comunque visibile fino a una latitudine di 54°S.[3]
Struttura
[modifica | modifica wikitesto]Sh2-235 è la nebulosa più centrale e più luminosa di una regione H II nota come G174+2.5; si osserva in direzione della parte settentrionale dell'associazione OB Aur OB1 e comprende le nebulose catalogate come Sh2-231, Sh2-232, Sh2-233 e Sh2-235, individuate come singole nebulose nel censimento delle regioni H II compiuto nel 1959.[4] Sebbene nelle immagini ottiche esse appaiano come nebulose distinte, in realtà appartengono tutte ad un'unica nube molecolare gigante, di cui alcune parti appaiono illuminate da stelle giovani e calde.[2] Questa nube viene a trovarsi nel Braccio di Perseo ad una latitudine galattica che la colloca leggermente decentrata rispetto al centro del disco galattico; le misurazioni della distanza indicano un lasso compreso fra 1600 e 2000 parsec, dunque viene normalmente indicato come pari a circa 1800 parsec (5870 anni luce circa).[5]
Si tratta di una regione H II in una fase molto evoluta, come è testimoniato dal suo aspetto irregolare e disomogeneo. La stella eccitatrice dei gas è una nana blu catalogata come BD+35° 1201, con classe spettrale O9.5V e una magnitudine apparente di 10,54; si tratta anche della stella più luminosa dell'intero complesso.[6] Al suo interno sono presenti tre piccole sottoregioni associate a stelle giovani, che sono state indicate come Sh2-235A, Sh2-235B e Sh2-235C; le prime due sono le più cospicue e presentano al loro interno dei maser ad acqua, un maser a metanolo e uno a monossido di silicio,[7] che essendo associati a oggetti stellari giovani sono una chiara evidenza della presenza di fenomeni di formazione stellare in atto al loro interno. Fra le regioni A e B, circa un primo d'arco a sud del complesso nebuloso principale, è inoltre presente un addensamento di gas molto compatto delle dimensioni inferiori a mezzo parsec, in cui si trova un getto quadripolare, un ammasso di sorgenti infrarosse immerso in profondità nella nube e due sorgenti di onde radio, catalogate come VLA-1 e VLA-2, tutti oggetti che rappresentano diversi stadi iniziali dell'evoluzione stellare; la sorgente radio VLA-1 coincide con uno dei maser rilevati in precedenza, mentre la sorgente VLA-2 si trova nei pressi della regione B e porebbe essere associata ad una stella in una fase più evoluta.[8]
Ambiente circostante
[modifica | modifica wikitesto]L'ambiente in cui si trova Sh2-235 è ricco di addensamenti nebulosi in cui si trovano stelle giovani e calde; fra queste, le più estese, anche se non le più luminose e compatte, sono Sh2-231 e Sh2-232, talvolta indicate con l'unica sigla LBN 808. Si tratta di due regioni molto evolute la cui stella ionizzante è situata a metà strada fra le due, ad est del semiarco formato da Sh2-231 e a sudovest del grande complesso di Sh2-232; questa stella è catalogata come ALS 8476, una nana blu di magnitudine 10,79. Il loro grado di evoluzione è testimoniato sia dalla bassa densità elettronica, sia dalla mancanza di una struttura regolare e uniforme.[9]
Sh2-233 è una regione H II di piccole dimensioni, il cui gas viene eccitato da USNO-A2 1200-03588518, una stella gigante brillante azzurra di classe B1.5II; al suo interno è nota una sorgente IRAS catalogata come 05351+3549, mentre non è stato identificato alcun maser.[10] Circa 10 primi d'arco a sudest della regione si trova un addensamento noto come Sh2-233IR e che riporta anche la sigla IRAS 05358+3543; nella regione, profondamente immersi nella nebulosità, si trovano due giovani ammassi aperti, denominati con la loro posizione, NE (cui la sorgente IRAS è associata) e SW.[5] Nella regione sono stati individuati dei maser ad acqua e a metanolo, facendo così intendere che la sorgente IRAS faccia parte di un protoammasso molto giovane, la cui attività è stata captata a più lunghezze d'onda; la polarizzazione appare più debole in direzione dell'ammasso SW. 1,5' a SSE di Sh2-233IR si trova una regione H II ipercompatta catalogata come G173.58+2.45, associata con una grande nube molecolare, al cui interno si trova un piccolo ammasso di stelle giovanissime e ancora in formazione (Classe I e II), più un maser ad acqua.[11]
L'ambiente galattico in cui giace il complesso è il medesimo in cui si trova l'associazione OB Aur OB1; quest'associazione conta 15 stelle principalmente di classe spettrale O e B, cui se ne aggiungono due di classe M e una di classe K. La stella più luminosa dell'associazione è HD 31327, una supergigante blu di classe B2Ib con una magnitudine apparente pari a 9,69; le altre componenti censite hanno delle magnitudini comprese fra la nona e l'undicesima.[12] La distanza media dell'associazione è di circa 1320 parsec (4300 anni luce) ed è centrata sul ben noto ammasso aperto M36.[13]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c Simbad Query Result, su simbad.u-strasbg.fr. URL consultato il 17 ottobre 2009.
- ^ a b c d e f Heyer, Mark H.; Carpenter, John M.; Ladd, E. F., Giant Molecular Cloud Complexes with Optical H II Regions: 12CO and 13CO Observations and Global Cloud Properties, in Astrophysical Journal, vol. 463, giugno 1996, p. 630, DOI:10.1086/177277. URL consultato il 18 ottobre 2009.
- ^ Una declinazione di 36°N equivale ad una distanza angolare dal polo nord celeste di 54°; il che equivale a dire che a nord del 54°N l'oggetto si presenta circumpolare, mentre a sud del 54°S l'oggetto non sorge mai.
- ^ Sharpless, Stewart, A Catalogue of H II Regions, in Astrophysical Journal Supplement, vol. 4, dicembre 1959, p. 257, DOI:10.1086/190049. URL consultato il 18 ottobre 2009.
- ^ a b Porras, A.; Cruz-González, I.; Salas, L., Young stellar clusters and H_2 nebulosities in S233IR, in Astronomy and Astrophysics, vol. 361, settembre 2000, pp. 660-670. URL consultato il 18 ottobre 2009.
- ^ Georgelin, Y. M.; Lortet-Zuckermann, M. C.; Monnet, G., Interaction of hot stars and of the interstellar medium. VII - The rate and fate of stellar ultraviolet photons, in Astronomy and Astrophysics, vol. 42, n. 2, agosto 1975, pp. 273-285. URL consultato il 18 ottobre 2009.
- ^ Harju, J.; Lehtinen, K.; Booth, R. S.; Zinchenko, I., A survey of SiO emission towards interstellar masers. I. SiO line characteristics, in Astronomy and Astrophysics Supplement, vol. 132, ottobre 1998, pp. 211-231, DOI:10.1051/aas:1998448. URL consultato il 18 ottobre 2009.
- ^ Felli, M.; Massi, F.; Robberto, M.; Cesaroni, R., New signposts of massive star formation in the S235A-B region, in Astronomy and Astrophysics, vol. 453, n. 3, luglio 2006, pp. 911-922, DOI:10.1051/0004-6361:20054646. URL consultato il 18 ottobre 2009.
- ^ Israel, F. P.; Felli, M., Aperture synthesis observations of galactic H II regions. VIII - S106 and S235: Regions of star formation, in Astronomy and Astrophysics, vol. 63, n. 3, febbraio 1978, pp. 325-334. URL consultato il 18 ottobre 2009.
- ^ Bronfman, L.; Nyman, L.-A.; May, J., A CS(2-1) survey of IRAS point sources with color characteristics of ultra-compact HII regions, in Astronomy and Astrophysics Supplement, vol. 115, p. 81. URL consultato il 18 ottobre 2009.
- ^ Varricatt, Watson P.; Davis, Christopher J.; Adamson, Andrew J., Multi-epoch infrared photometric study of the star-forming region G173.58+2.45, in Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, vol. 359, n. 1, maggio 2005, pp. 2-15, DOI:10.1111/j.1365-2966.2005.08882.x. URL consultato il 18 ottobre 2009.
- ^ Humphreys, R. M., Studies of luminous stars in nearby galaxies. I. Supergiants and O stars in the Milky Way, in Astrophysical Journal Supplement Series, vol. 38, dicembre 1978, pp. 309-350, DOI:10.1086/190559. URL consultato il 18 ottobre 2009.
- ^ Barkhatova, K. A.; Zakharova, P. E.; Shashkina, L. P.; Orekhova, L. K., The open cluster NGC 1960, in Soviet Astronomy, vol. 29, ottobre 1985, pp. 499-501. URL consultato il 18 ottobre 2009.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]Testi generali
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Stephen James O'Meara, Deep Sky Companions: Hidden Treasures, Cambridge University Press, 2007, ISBN 0-521-83704-9.
- (EN) Robert Burnham, Jr, Burnham's Celestial Handbook: Volume Two, New York, Dover Publications, Inc., 1978.
- (EN) Chaisson, McMillan, Astronomy Today, Englewood Cliffs, Prentice-Hall, Inc., 1993, ISBN 0-13-240085-5.
- (EN) Thomas T. Arny, Explorations: An Introduction to Astronomy, 3 updatedª ed., Boston, McGraw-Hill, 2007, ISBN 0-07-321369-1.
- AA.VV, L'Universo - Grande enciclopedia dell'astronomia, Novara, De Agostini, 2002.
- J. Gribbin, Enciclopedia di astronomia e cosmologia, Milano, Garzanti, 2005, ISBN 88-11-50517-8.
- W. Owen, et al, Atlante illustrato dell'Universo, Milano, Il Viaggiatore, 2006, ISBN 88-365-3679-4.
- J. Lindstrom, Stelle, galassie e misteri cosmici, Trieste, Editoriale Scienza, 2006, ISBN 88-7307-326-3.
Testi specifici
[modifica | modifica wikitesto]Sull'evoluzione stellare
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) C. J. Lada, N. D. Kylafits, The Origin of Stars and Planetary Systems, Kluwer Academic Publishers, 1999, ISBN 0-7923-5909-7.
- A. De Blasi, Le stelle: nascita, evoluzione e morte, Bologna, CLUEB, 2002, ISBN 88-491-1832-5.
- C. Abbondi, Universo in evoluzione dalla nascita alla morte delle stelle, Sandit, 2007, ISBN 88-89150-32-7.
- M. Hack, Dove nascono le stelle. Dalla vita ai quark: un viaggio a ritroso alle origini dell'Universo, Milano, Sperling & Kupfer, 2004, ISBN 88-8274-912-6.
Sulla regione di Sh2-235
[modifica | modifica wikitesto]- Reipurth, B.; Yan, C.-H., Star Formation and Molecular Clouds towards the Galactic Anti-Center (PDF), Handbook of Star Forming Regions, Volume I: The Northern Sky ASP Monograph Publications, Bo Reipurth, dicembre 2008, p. 869, ISBN 978-1-58381-670-7.
Carte celesti
[modifica | modifica wikitesto]- Toshimi Taki, Taki's 8.5 Magnitude Star Atlas, su geocities.jp, 2005. URL consultato il 7 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 5 novembre 2018). - Atlante celeste liberamente scaricabile in formato PDF.
- Tirion, Rappaport, Lovi, Uranometria 2000.0 - Volume I - The Northern Hemisphere to -6°, Richmond, Virginia, USA, Willmann-Bell, inc., 1987, ISBN 0-943396-14-X.
- Tirion, Sinnott, Sky Atlas 2000.0, 2ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 1998, ISBN 0-933346-90-5.
- Tirion, The Cambridge Star Atlas 2000.0, 3ª ed., Cambridge, USA, Cambridge University Press, 2001, ISBN 0-521-80084-6.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Sky-Map.org - Sharpless Catalogue (from 231 to 240) [collegamento interrotto], su galaxymap.org.