Stoignew
Stoignew | |
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Sovrano Obodrita Samtherrscher | |
In carica | 934 – 955 |
Predecessore | Vislav III |
Successore | Billung IV e Nakon |
Nascita | ? |
Morte | 16 ottobre 955 |
Dinastia | Naconidi |
Padre | Zbigniew |
Stoignew, anche conosciuto come Stoinnegui, Stoinneguum, Stoingneum, Stoinneguus[1], Ztoignavo[2], Stoignef[3], Stoinef[4] (... – 16 ottobre 955) è stato un sovrano obodrita, che fu Samtherrscher della federazione obodrita fino al 955 quando fu ucciso nella battaglia del Raxa.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Le principali fonti storiche su Stoignew sono la Rerum gestarum Saxonicarum di Vitichindo di Corvey[5] e la Chronicon di Tietmaro di Merseburgo.
Stoignew fu sovrano degli Obodriti e co-regnante insieme al fratello Nakon. Essi furono i fondatori della dinastia dei Naconidi che regnò sugli Obodriti fino al 1127[3]. Stoignew fu alla testa delle truppe obodrite e dei loro alleati slavi nella battaglia del Raxa, in cui combatté contro le truppe di Ottone I di Sassonia, restando ucciso[2]. Secondo le fonti storiche Stoignew fu decapitato, anche se non tutte le fonti sono concordi sulle circostanze in cui questo avvenne: secondo Vitichindo, fu ucciso da un certo Hosed, il quale lo intercettò in un bosco assieme a due suoi uomini; al principe venne tagliata la testa e portata al sovrano e, per questo, Hosed divenne celebre e fu ricompensato con il reddito di venti mansuum[6]. Attorno alla testa del principe ucciso, il giorno dopo, vennero decapitati settecento prigionieri e il suo consigliere furono strappati gli occhi e la lingua, venne poi abbandonato da solo in mezzo ai cadaveri dei compagni uccisi.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tietmaro, Op. citata, LIB II, pp. 50-52.
- ^ a b Annales Sangallenses maiores Archiviato il 16 gennaio 2018 in Internet Archive., p.79 "955 ...occiso duce illorum nomine Ztoignavo...
- ^ a b Bernhard Schmeidler, Hamburg-Bremen und Nordost-Europa vom 9. bis 11. Jahrhundert, Leipzig 1918, pp. 326-330.
- ^ Vitichindus, Op. citata, LIB III, pp. 130-132.
- ^ Widukind di Corvey, Libro III, LIII-LV, in Le imprese dei Sassoni, traduzione di Paolo Rossi, Pisa, Pisa University Press, 2021, p. 96-98, ISBN 978-88-3339-512-8.
- ^ MGH, Res Gestae Saxonicae, libro III, LV, su dmgh.de.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Vitichindo di Corvey, Rerum Gestarum Saxonicarum libri tres, Scriptores rerum Germanicarum in usum scholarum separatim editi, Hannover 1935, Monumenta Germaniae Historica. URL consultato il 16 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 14 dicembre 2017).
- Tietmaro di Merseburgo, Chronicon, Scriptores rerum Germanicarum, Nova series, Berlin 1935, Monumenta Germaniae Historica. URL consultato il 16 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 28 agosto 2018).
- (DE) Wolfgang H. Fritze, Probleme der abodritischen Stammes- und Reichsverfassung und ihrer Entwicklung vom Stammesstaat zum Herrschaftsstaat (PDF), in Herbert Ludat (a cura di), Siedlung und Verfassung der Slawen zwischen Elbe, Saale und Oder, Wilhelm Schmitz, Giessen, 1960.
- (DE) Christian Hanewinkel, Die politische Bedeutung der Elbslawen im Hinblick auf die Herrschaftsveränderungen im ostfränkischen Reich und in Sachsen von 887–936. Politische Skizzen zu den östlichen Nachbarn im 9. und 10. Jahrhundert. (PDF), in Herbert Ludat (a cura di), Siedlung und Verfassung der Slawen zwischen Elbe, Saale und Oder, Wilhelm Schmitz, Giessen, 1960.