Tomba dei Nasoni
Tomba dei Nasoni | |
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Civiltà | Romani |
Utilizzo | Ipogeo |
Epoca | fine II secolo |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Comune | Roma |
Scavi | |
Data scoperta | 1674 |
Amministrazione | |
Visitabile | Sì |
Mappa di localizzazione | |
La tomba dei Nasoni è un ipogeo di epoca romana ubicato lungo la Via Flaminia a Roma, a Grottarossa: viene così chiamata in quanto apparteneva alla famiglia dei Nasoni.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]La tomba dei Nasoni venne edificata negli ultimi decenni del II secolo[1], durante l'età imperiale, lungo la Via Flaminia, poco distante dalla tomba di Fadilla. Venne ritrovata nel 1674 durante i lavori di ampliamento della strada in vista del Giubileo universale della Chiesa cattolica del 1675[2], mentre alcuni operai cavavano delle pietre[3]: completamente intatta, al suo interno vennero rinvenuti sia due sarcofagi contenenti resti umani[3] che un ciclo pittorico. Un'iscrizione riportava il nome del proprietario, ossia Quinto Nasonio Ambrosio, appartenente alla famiglia dei Nasoni[3]. La risonanza del ritrovamento fu tale, dovuta anche al fatto che in un primo momento di pensasse essere la tomba di Publio Ovidio Nasone[4], che il cardinale Camillo Massimo diede incarico a Pietro Santi Bartoli di eseguire delle riproduzioni delle pitture: il volume, dal titolo Le pitture antiche del sepolcro dei Nasonii, nella via Flaminia, fu pubblicato nel 1680, e conteneva trentacinque tavole[5].
Successivamente subì spoliazioni e danni[6]: a un nipote di papa Clemente X fu concesso di prelevare tre frammenti di affreschi per abbellire la sua villa sull'Esquilino[7], nel 1883 sei affreschi vennero acquistati dal British Museum, staccati probabilmente nel 1825 e ritrovati in un mercato di antiquariato nel 1865 da George Richmond[8], mentre tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, quando la zona divenne cava di tufo, crollò la facciata e iniziarono le infiltrazioni d'acqua[9]. La tomba è stata sottoposta a lavori di restauro durati circa quindici anni per un costo di circa quarantamila euro[10]: è stata riaperta il 22 settembre 2018 in occasione delle giornate europee del patrimonio[7].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]La tomba dei Nasoni è realizzata all'interno di un blocco tufaceo: la facciata, andata perduta, doveva essere a forma di tempio, in mattoni con pilastri in ordine corinzio da cui pendevano ghirlande e spigoli in travertino; sopra l'architrave era posta una finestra per illuminare l'interno, mentre sulla sommità della porta d'ingresso lo spazio per la tabula inscriptionis del proprietario[3]. L'interno è a forma rettangolare, con volta a botte[3]: sono presenti un totale di sette nicchie disposte una sul fondo e tre su due lati[9] che contengono i cassoni per le sepolture[11]. La pavimentazione, anch'essa andata perduta, era a mosaico con tessere bianche e nere disposte a rombi con all'interno la raffigurazione di un fiore[5].
Le decorazioni dell'ambiente sono ad affresco e a stucco; lungo le pareti, dinanzi agli affreschi originali, sono posti dei pannelli illustrativi che riportano le tavole disegnate dal Bartoli[7]. Tra i principali affreschi: Atena e Eracle, coppie di mostri marini, Vittorie alate, Geni con frutta[9], sulla parete di fondo Edipo e la Sfinge e Pegaso con le ninfe, mentre nella volta resta il Giudizio di Paride e figure di Stagioni che appartengono a una più grande raffigurazione sulla conclusione della guerra di Troia[7]. Alcune opere pittoriche presenti nella tomba sono state riprodotte nelle decorazioni del palazzo del Drago alle Quattro Fontane a Roma[12] oppure nel casino di Castelgandolfo[13].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Touring Club Italiano, p. 773.
- ^ Messineo, p. 7.
- ^ a b c d e Messineo, p. 10.
- ^ Messineo, pp. 14-15.
- ^ a b Messineo, p. 14.
- ^ Messineo, pp. 19-22.
- ^ a b c d Francesca Grego, Dopo 15 anni riaprono i Mausolei di Saxa Rubra, su arte.it. URL consultato il 23 ottobre 2018.
- ^ Messineo, pp. 19-20.
- ^ a b c Francesco Gargaglia, La tomba dei Nasoni: un gioiello a due passi da Corso Francia, su vignaclarablog.it. URL consultato il 22 ottobre 2018.
- ^ Riaprono i Mausolei di Saxa Rubra, su adnkronos.com. URL consultato il 23 ottobre 2018.
- ^ Tomba dei Nasoni, su parchilazio.it. URL consultato il 22 ottobre 2018.
- ^ Messineo, p. 17.
- ^ Messineo, p. 18.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Guida d'Italia - Roma, Milano, Touring Club Italiano, 2007, ISBN 978-88-365-4134-8.
- Gaetano Messineo, La Tomba dei Nasoni, Roma, L'Erma di Bretschneider, 2000, ISBN 978-88-826-5067-4.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 304911121 |
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