Tram ATAC serie 9200
ATAC 9200 | |
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vettura tranviaria articolata a pianale ribassato | |
La 9205 in servizio sulla linea 8 al capolinea del Casaletto | |
Anni di ordinazione | 1998 |
Anni di costruzione | 1999-2000 |
Anni di esercizio | 1999-… |
Quantità prodotta | 50 (+ 2 a 9 moduli) |
Costruttore | Fiat Ferroviaria |
Lunghezza | 33000 mm (a 9 moduli: 41 450 mm) |
Larghezza | 2 400 mm |
Altezza | 3 500 mm |
Capacità | 56 posti a sedere 184 posti in piedi |
Quota del piano di calpestio | 350 mm |
Scartamento | 1 445 mm |
Interperno | 8 450 mm |
Passo dei carrelli | 1 750 mm |
Massa in servizio | 56 t |
Massa a vuoto | 39 t |
Rodiggio | 2’ Bo’ Bo’ 2’ (a 9 moduli: 2’ Bo’ Bo’ Bo’ 2’) |
Diametro ruote motrici | 680 mm |
Diametro ruote portanti | 680 mm |
Potenza continuativa | 712 kW |
Velocità massima omologata | 70 km/h |
Alimentazione | elettrica da linea aerea 600 V CC |
Tipo di motore | n. 4 |
Dati tratti da:
Viganò, pp. 26-28 |
I tram serie 9200 dell'ATAC di Roma sono una serie di vetture tranviarie articolate, bidirezionali, a pianale interamente ribassato.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel 1997 l'ATAC di Roma bandì una gara d'appalto per la costruzione di 50 vetture tranviarie bidirezionali a pianale ribassato[1].
La gara fu vinta dalla Fiat Ferroviaria[2], che ricevette l'ordinazione il 30 marzo 1998[3], inizialmente per 18 tram[2] in seguito aumentati a 52[3].
La prima unità uscì di fabbrica nel giugno 1999, e dopo un ciclo di prove sulla rete torinese giunse a Roma a fine luglio[4]. La fornitura degli altri esemplari iniziò alla fine del 1999, per concludersi in tempo per il Giubileo del 2000[5]. Il loro servizio iniziò sulla linea 8, per poi estendersi anche ad altre linee per affiancare le motrici serie 7000 e 9000. Dal 2010 sono protagoniste principalmente sulle linee 2, 3 e 8 (talvolta anche sul 5 e 14) dove si alternano con i tram serie 9100.
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di vetture bidirezionali articolate, composte di 7 moduli: due casse di testa, sostenute da due carrelli portanti, che inquadrano tre “casse-ponte” sospese e due “carrozzini” sostenuti da due carrelli motori[3].
Due unità furono costruite a 9 moduli, per esperimento, e raggiunsero la lunghezza ragguardevole di 41 450 mm[6].
Le 9200 hanno il pianale interamente ribassato a 350 mm sul piano del ferro, e sono i primi tram italiani costruiti in serie a possedere questa caratteristica[7].
Per raggiungere tale obiettivo, la Fiat Ferroviaria progettò dei carrelli a ruote indipendenti, derivati da quelli delle 5000 torinesi; i due carrelli intermedi montano due motori ciascuno, in posizione verticale al di sopra delle ruote[8].
La parte elettrica, realizzata dalla Elettromeccanica Parizzi, consta di quattro motori trifasi asincroni, con equipaggiamento di trazione a inverter[6].
Le casse sono costruite in lega di alluminio e il progetto estetico del tram è opera di Giugiaro[3].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Tram di Roma, in I Treni, n. 197, novembre 1997, p. 7, ISSN 0392-4602 .
- ^ a b Nuovi tram per Roma, in I Treni, n. 193, maggio 1998, p. 8, ISSN 0392-4602 .
- ^ a b c d Viganò, p. 25.
- ^ Tram romano a Torino, in I Treni, n. 207, settembre 1999, p. 10, ISSN 0392-4602 .
- ^ Cruciani, Zannotti, p. 18.
- ^ a b Viganò, p. 28.
- ^ Viganò, p. 24.
- ^ Viganò, p. 29.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Sergio Viganò, Tram nuovissimi a Roma, in I Treni, n. 209, novembre 1999, pp. 24–29, ISSN 0392-4602 .
- Marcello Cruciani e Roberto Zannotti, Giubileo il giorno dopo, in I Treni, n. 226, maggio 2001, pp. 12–18, ISSN 0392-4602 .
Altri progetti
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