Vincenzo Geraci
Vincenzo Geraci | |
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Nascita | Messina, 5 marzo 1891 |
Morte | Selz, 21 ottobre 1915 |
Cause della morte | Caduto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regio Esercito |
Arma | Fanteria |
Grado | Sottotenente di complemento |
Guerre | Prima guerra mondiale |
Battaglie | Terza battaglia dell'Isonzo |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Le Medaglie d'oro al Valor Militar 1915 e 1916[1] | |
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Vincenzo Geraci (Messina, 5 marzo 1891 – Selz, 21 ottobre 1915) è stato un militare italiano, decorato di Medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della prima guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Messina il 5 marzo 1891, figlio di Ignazio e e Giuseppina Aspa.[2] Il 31 dicembre 1912 fu arruolato nel Regio Esercito per svolgere il servizio militare di leva, e frequentato il corso per Allievi ufficiali fu assegnato in servizio presso l'81º Reggimento fanteria con il grado di sottotenente di complemento.[2] Svolse il servizio di prima nomina presso il 3º Reggimento fanteria, e poi riprese gli studi di giurisprudenza presso la facoltà dell'università di Messina.[2] Fu richiamato in servizio attivo all'atto della mobilitazione generale del maggio 1915, in vista dell'inizio della guerra con l'Impero austro-ungarico, avvenuta il 24 dello stesso mese.[2] Assegnato in servizio presso il 76º Reggimento fanteria della Brigata Napoli, raggiunse il reggimento al fronte, schierato oltre il corso dell'Isonzo, a nord-ovest del Monte Sabotino.[2] In servizio presso la 1ª Compagnia del I Battaglione, si distinse nei duri combattimenti sul Monte Sabotino e sul Monte Sei Busi.[2] Trasferito nel settore di Monfalcone per prendere parte alla terza battaglia dell'Isonzo il suo reparto era posizionato a quota 65 della Cave di Selz.[2] Il 21 ottobre il suo battaglione ricevette l'ordine di attaccare i trinceramenti nemici posti in direzione del Cosich e del Debeli, convergendo sulla destra del Vallone di Selz.[3] Effettuata la conversione, l'attacco raggiunse la linea dei reticolati e i fanti si addentrarono in essi cominciando a svellere i paletti di sostegno degli stessi a mani nude. Cadde, insieme a molti dei suoi uomini, colpito a morte da alcune raffiche di mitragliatrice, e il suo corpo venne recuperato solo il 18 novembre, venendo tumulato alle Cave di Selz.[3] Decorato dapprima con una Medaglia d'argento al valor militare, con Decreto Luogotenenziale del 1 giugno 1916[4] tale onorificenza fu trasformata in Medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[3]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Decreto Luogotenenziale 1 giugno 1916[6]
— Decreto Luogotenenziale 24 febbraio 1916
Note
[modifica | modifica wikitesto]Annotazioni
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Fonti
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Carolei, Greganti, Modica 1968, p. 90.
- ^ a b c d e f g Combattenti Liberazione.
- ^ a b c I caduti del Carso.
- ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli ufficiali e sottufficiali del R. esercito italiano e nel personale dell'amministrazione militare, 1916, p. 2163. URL consultato il 28 febbraio 2020.
- ^ Sito web del Quirinale: dettaglio decorato.
- ^ Bollettino Ufficiale 26 febbraio 1916, pagina 687.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Gaetano Carolei, Guido Greganti e Giuseppe Modica, Le Medaglie d'oro al Valor Militare 1915 e 1916, Roma, Tipografia regionale, 1968.
- Massimo Coltrinari e Giancarlo Ramaccia, 1915. L'anno della passione: Dalla neutralità all'intervento, Roma, Edizioni Nuova Cultura, 2018.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Geraci, Vincenzo, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 27 febbraio 2020.
- S.Tenente GERACI Vincenzo, su I caduti del Carso. URL consultato il 27 febbraio 2020.
- 59354 - Lastra ai decorati di Medaglia d’Oro al Valor Militare di Messina, su Le Pietre della Memoria. URL consultato il 27 febbraio 2020.