Zygmunt Berling
Zygmunt Henryk Berling | |
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Il generale Berling in uniforme | |
Nascita | Limanowa, 27 aprile 1896 |
Morte | Konstancin-Jeziorna, 11 luglio 1980 |
Luogo di sepoltura | Cimitero militare Powązki[1][2][3] |
Etnia | Polacca |
Dati militari | |
Paese servito | Austria-Ungheria Seconda Repubblica di Polonia Governo Provvisorio della Polonia Governo Provvisorio di Unità Nazionale Repubblica Popolare di Polonia |
Forza armata | Imperiale e Regio Esercito Esercito di Terra Armata del Popolo Esercito Popolare Polacco |
Unità | Legione polacca |
Anni di servizio | 1914–1953 |
Grado | Tenente generale |
Guerre | Prima guerra mondiale Guerra sovietico-polacca Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia di Lwów Battaglia di Lenino Rivolta di Varsavia |
Comandante di | 1ª Armata polacca 1ª Divisione di fanteria "Tadeusz Kościuszko"[4] 4º Reggimento di fanteria 6º Reggimento di fanteria |
Decorazioni | Ordine Virtuti militari |
"fonti nel corpo del testo" | |
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Zygmunt Henryk Berling (Limanowa, 27 aprile 1896[1][3] – Konstancin-Jeziorna, 11 luglio 1980[1][3]) è stato un generale e politico polacco.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Già inquadrato nelle forze armate austro-ungariche e nella Legione polacca di Józef Piłsudski, alla fine della prima guerra mondiale si unì al neonato esercito polacco. Combatté con valore nella guerra sovietico-polacca, distinguendosi nella difesa della città di Leopoli.
Continuò la sua carriera nell'esercito fino al 1939, quando fu allontanato dal servizio,[5] e non prese parte alla difesa polacca dall'invasione tedesca e sovietica. Con l'occupazione sovietica della sua città, Vilnius, fu tratto in arresto dall'Nkvd. Detenuto prima a Starobielsk e poi a Mosca, finì con l'accettare di collaborare coi sovietici, scampando così alla triste sorte che sarebbe toccata a tanti altri ufficiali polacchi (Massacro di Katyn').[6]
Con l'accordo fra il Governo in esilio della Polonia, guidato da Władysław Sikorski, e i sovietici (rappresentati per l'occasione dall'ambasciatore russo a Londra Ivan Maysky) il 17 agosto 1941, fu liberato e iniziò a occuparsi della riorganizzazione, sul fronte orientale, dell'esercito polacco a fianco degli Alleati.[6][7]
La crescente tensione fra il governo polacco in esilio e il governo sovietico, rinfocolato dal massacro di Katyn' e dalla malcelata intenzione di Stalin di avere una Polonia allineata e sottomessa, portarono allo spostamento in Medio Oriente di numerosi soldati polacchi, guidati da Władysław Anders.[8] I sovietici smisero di riconoscere il governo polacco di Londra e diedero vita ad un "governo-fantoccio", guidato da Wanda Wasilewska.[9][10]
Berling fu allora chiamato a guidare le Forze armate polacche nell'est, sotto comando sovietico. Queste formazioni, variamente denominate e organizzare durante il conflitto (Gwardia Ludowa,Wojsko Ludowe,Ludowe Wojsko Polskie e, soprattutto, Armia Ludowa), riunirono al contempo formazioni partigiane e vere e proprie unità sotto comando sovietico. Non mancarono occasioni di scontro con l'assai più forte e popolare Armia Krajowa (legata al Governo polacco in esilio).[9]
Nell'agosto del 1944, con lo scoppio dell'Insurrezione di Varsavia, finì col disattendere gli ordini dei sovietici,[10] cercando di svolgere qualche operazione a sostegno dei patrioti della capitale.[11] Fu immediatamente rimosso dall'incarico e confinato all'Accademia militare moscovita, dove rimase fino al 1947, anno del suo ritorno in Polonia.[1]
Lasciò il servizio attivo nel 1953, divenendo poi Sottosegretario all'Agricoltura (1953-1957) e poi Ispettore capo delle Foreste (1957-1970).[1] Nonostante abbia, nel 1963, aderito al Partito Comunista (PZPR), non ebbe incarichi di particolare rilievo.[10]
La sua figura è di recente stata rivalutata anche da una parte degli ambienti conservatori polacchi per i contrasti che ha avuto coi sovietici.[senza fonte]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze polacche
[modifica | modifica wikitesto]Onorificenze sovietiche
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e Zygmunt Berling, su sww.w.szu.pl.
- ^ (EN) GEN Zygmunt Henryk Berling, in Find a Grave.
- ^ a b c d e f g h i j k l m n o Berling, Zygmunt Henryk, su tracesofwar.com.
- ^ Memorial General Zygmunt Berling, su tracesofwar.com.
- ^ (EN) The papers of Polish General Zygmunt Berling now available at the Hoover Institution, su Hoover Institution. URL consultato il 30 giugno 2024.
- ^ a b Instytut Pamięci Narodowej, su web.archive.org, 21 giugno 2008. URL consultato il 30 giugno 2024 (archiviato dall'url originale il 21 giugno 2008).
- ^ (PL) The crime comes to light, su katyn.eu. URL consultato il 30 giugno 2024.
- ^ Giuseppe Campana, 1943-1947. Il secondo Corpo d’armata polacco in Italia (PDF), in Quaderni del Museo della Liberazione di Ancon, n. 1, luglio 2009, pp. 14-15.
- ^ a b (EN) Halik Kochanski, The Eagle Unbowed: Poland and the Poles in the Second World War, Harvard University Press, 27 novembre 2012, pp. 376-378, ISBN 978-0-674-07105-6. URL consultato il 30 giugno 2024.
- ^ a b c Declassified in Part - Sanitized Copy Approved for Release (PDF), su cia.gov.
- ^ (EN) Andrew A. Michta, Red Eagle: The Army in Polish Politics, 1944 - 1988, Hoover Press, 1990, p. 33, ISBN 978-0-8179-8863-0. URL consultato il 30 giugno 2024.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Zygmunt Berling
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Zygmunt Berling, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) Opere di Zygmunt Berling, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) GEN Zygmunt Henryk Berling, in Find a Grave.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 59145857789023020597 · ISNI (EN) 0000 0001 1040 6387 · LCCN (EN) n90628805 · GND (DE) 118951831 · BNF (FR) cb122591279 (data) · J9U (EN, HE) 987007444880105171 |
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