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Agnello

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Due agnelli

Citazioni sull'agnello.

  • Alla Pasqua s'uccidono più agnelli, che in tutto l'anno bovi ne' macelli. (Cristoforo Poggiali)
  • Chi non ha mai visto gli agnellini giocare, non avrà mai un'immagine chiara della gioia che può pervadere la vita. Si inseguono in gruppi, sterzano, cambiano direzione, saltellano sulle zampe anteriori e posteriori, se c'è un punto più alto nel pascolo, una roccia, un tronco abbattuto, un fontanile, fanno a gara a saltarvi sopra e questo per loro è il massimo divertimento, e poi di nuovo riprendono a rincorrersi, ogni tanto si affrontano e si caricano a testate, simulando l'età adulta. Poi le madri li richiamano, e allora è tutto un correre, un raggiungere con misteriosa abilità, tra la folla del gregge, la propria genitrice, uno spingere con testa, un vibrare di codine soddisfatte. Sul pascolo scende allora il tenero silenzio della poppata. (Susanna Tamaro)
  • Comincerà fra giorni, nel verde, nella luce, quella [strage] di milioni di piccoli agnelli. Strappati ai loro giochi, penderanno aperti e muti ai ganci delle macellerie. E perché? E come? In nome di quale risveglio dello spirito? (Anna Maria Ortese)
  • Dell'umilità si vede somma sperienzia nello agnello il quale si sottomette a ogni animale, e quando per cibo son dati all'incarcerati leoni, a quelli si sottomettano come alla propria madre, in modo che spesse volte s'è visto i lioni non li volere occidere. (Leonardo da Vinci)
  • Era domenica, stavamo mangiando agnello arrosto per pranzo ed era la stagione degli agnelli, con tutti quei meravigliosi agnellini che saltellavano qua e là nel pascolo. Al che abbiamo guardato l'agnello nel piatto, poi di nuovo gli agnellini là fuori e abbiamo pensato: "Stiamo mangiando una di quelle creaturine che sgambettano allegramente qua fuori". La cosa ci stese, e ci siamo detti: "Aspetta un attimo, non vogliamo mica fare una cosa del genere". Eccola qua, la svolta epocale: non abbiamo mai più mangiato carne. (Paul McCartney)
  • – Hai mai ucciso un agnello, mio re?
    – No.
    – Se l'agnello vede il coltello si impaurisce, la paura penetra nella sua carne, la scurisce e rovina il sapore.
    – Ne avrai uccisi molti.
    – E nessuno ha visto la lama. (Il Trono di Spade)
  • Ho visto come ammazzano gli agnelli e i maiali. L'ho visto e ho sentito i loro lamenti. Loro sentono la morte. Me ne sono andato per non vedere la morte. Non lo sopportavo. Piangevo come un bambino. Sono salito su per una montagna e non riuscivo a respirare. Mi sono sentito mancare il respiro. Ho sentito la morte dell'agnello. Mentre salivo sulla montagna piangevo. Avevo scelto una montagna dove non c'era gente. Avevo paura di essere deriso. (Vaclav Fomič Nižinskij)
  • I cuccioli hanno tutta una vita davanti. Sì, e anche l'agnello è un cucciolo. Risparmia la sua vita non solo a Pasqua, ma anche tutto il resto dell'anno. (Tullio Solenghi)
  • La sua carità [di San Francesco] si estendeva, con cuore di fratello, non solo agli uomini provati dal bisogno, ma anche agli animali senza favella [...]. Aveva però una tenerezza particolare per gli agnelli, perché nella Scrittura Gesù Cristo è paragonato, spesso e a ragione, per la sua umiltà al mansueto agnello. (Tommaso da Celano)
  • Oggi sono dello stesso parere, per me la vita di un agnello non è meno preziosa di quella di un essere umano. Sarei restio ad ammazzare un agnello per sostenere il corpo umano. Trovo che più una creatura è indifesa, più ha il diritto ad essere protetta dall'uomo dalla crudeltà degli altri uomini. (Mahatma Gandhi)
  • Ogni agnello è un individuo che può suscitare empatia e tenerezza, se preso come tale: ciascuno di noi lo sa, per esperienza diretta o semplicemente per immedesimazione. Ne arriva un'eco addirittura sui giornali, proprio nei giorni che precedono la Pasqua, con le immancabili notizie sugli agnelli sfuggiti al mattatoio e ritrovati su un prato o per strada. Ogni volta c'è chi se ne prende cura, dà loro un nome e fa conoscere ai cronisti l'edificante storia del condannato a morte che trova la salvezza grazie a un casuale benefattore. (Lorenzo Guadagnucci)
  • [Descrivendo un mondo ideale] Ora l'uomo non uccide più l'agnello dai dolci occhi; ha smesso di divorarne le carni macellate che, per vendetta delle violate leggi naturali, sprigionano nel suo corpo putridi umori, tutte le malefiche passioni, i vani pensieri, l'odio e la disperazione, la ripugnanza e, nella sua mente, i germi della sofferenza, della morte, della malattia e del crimine. (Percy Bysshe Shelley)
  • Pensa attentamente al fatto che il modello viene chiamato agnello, già questo è di scandalo per l'uomo normale, non si ha nessuna voglia di essere un agnello. (Søren Kierkegaard)
  • Quale nero pensiero rattrista la mia ebbrezza! | Questi agnelli che sotto i miei occhi impazzano d'allegrezza, | strappati alla loro madre, ai fiori di questo poggio, | finiranno in città abbattuti da un coltello. | Servono per apprestare un banchetto sanguinario, | dove l'uomo, arrogandosi un diritto immaginario, | tiranno degli animali, esibisce senza rimorsi | i suoi assassinî mascherati, e si nutre di morti. | Fermati, uomo vorace, fermati. (Jean-Antoine Roucher)
  • Signore, sono un piccolo agnello, nato da un sogno della Tua creazione. A noi agnelli, per breve tempo ci è dato di brucare sulle colline l'erba madida di rugiada e scaldata dai primi raggi del sole. C'è chi crede di poter festeggiare la Tua Pasqua vittoriosa con la nostra morte, una morte lunga, crudele. Assieme ad altri agnelli resterò appeso, da vivo, perché la mia carne sia più bianca, in attesa che l'ultima goccia di sangue esca dalle mie vene tra immense sofferenze. Con la sensibilità allo spasimo e gli occhi lacrimanti, guarderò a Te, che hai voluto essere chiamato Agnello di Dio. Per questa Tua partecipazione al mio dolore, fa' che possa almeno vivere assieme ai miei amici, in quel soggiorno felice che è il Tuo paradiso, per specchiarmi per sempre nella limpidezza del Tuo amore eterno. Amen (Mario Canciani)
  • Tutte le bestie giovani sono attraenti, ma l'agnello ha ricevuto una dose di fascino che è addirittura ingiusta nei confronti degli altri. (James Herriot)
  • L'ainə morə primə d'a pechərə.[1] (tarantino)
  • Tondi l'agnello e lascia il porcello.
  • L'agnello è buono anche dopo pasqua.
  • L'agnello umile succhia le mammelle della propria madre e quelle degli altri.
  • La pecora guarda sempre se ha dietro l'agnello.
  • Non ha più carta l'agnello che la pecora.[2]
  • Pecora mal guardata, da ogni agnello è poppata.
  • Quando suona il campanone, tutto l'agnello è bozzone.[3]

Note

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  1. «L'agnello muore prima della pecora.»
  2. Il giovane non ha più sicurezza della vita rispetto al vecchio.
  3. Il campanone suona per San Giovanni (24 giugno), in quei giorni arriva il grande caldo e l'agnello non è più buono.

Voci correlate

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