Italia, crollo natalità – In dieci anni i nuovi nati scendono del 25%. Lo studio

I nuovi nati, nel 2021, sono scesi a 400.249 con un crollo del -25% rispetto al 2011. E’ quanto emerge dall’ultimo studio condotto dall’Università di Padova che rivela le ragioni di questo calo netto.

“La prima motivazione sono i costi per mantenere i figli (69,2%), dopo vengono la paura di perdere il lavoro (60,2%) e la carenza di servizi per le famiglie (55,1%) | Cina, perché è in calo la crescita demografica per la prima volta in 60 anni | La ricerca delle soluzioni per affrontare il problema del calo demografico italiano – coì spiega MilanoFinanza, che aggiunge:
“L’Italia è in pieno inverno demografico. Nel 2021 i nuovi nati sono scesi a 400.249, un calo del 25% rispetto al 2011. Gli italiani, quindi, hanno smesso di fare figli, e se il fenomeno non si invertirà verranno messi a rischio la crescita del pil e il settore previdenziale. Ma cosa dissuade le coppie dal formare una famiglia? Secondo la ricerca “Figli: una ricchezza onerosa” – commissionata da Plasmon e condotta da Community Research & Analysis sotto la direzione del professor Daniele Marini dell’Università di Padova – gli italiani desistono per motivi legati alla sfera economica (i costi), lavorativa (timore di perdere il lavoro) e organizzativa (carenza di servizi per le famiglie). Queste tre ragioni sono indicate da più di un intervistato su due (53,5%). Sono meno rilevanti, invece, la sfera personale (40,9%) e quella legata alla salute (36,4%)”.

Crisi economica e lavorativa

“Scendendo nel dettaglio della sfera economica e lavorativa – aggiunge MilanoFinanza- ” il costo da sostenere per mantenere un figlio è la motivazione principale che spinge a non fare un bambino (69,2%). Dopo viene la paura di perdere il lavoro o di avere conseguenze professionali negative (60,2%) e, infine, la carenza di servizi per le famiglie (55,1%). Nonostante ciò, più di un italiano su due (57,4%) ha almeno un figlio e un terzo di loro vorrebbe avere altri bambini (34,3%). Mentre tra quelli che non hanno figli (42,6%) il 40,4% vorrebbe averne uno”.

Nasce il progetto Adamo da Plasmon
“Per invertire la decrescita demografica Plasmon ha lanciato il progetto Adamo – scrive il sito di economia e finanza – “iniziativa ideata in collaborazione con Fondazione per la Natalità. All’evento hanno partecipato la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, Eugenia Maria Roccella, e l’assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano, Alessia Cappello. Lo scopo dell’iniziativa è costruire una piattaforma su cui far dialogare i rappresentanti della sfera pubblica e privata in vista della prossima edizione degli Stati Generali della Natalità. Ma più in generale, chiunque può iscriversi alla piattaforma e presentare una proposta a supporto della genitorialità: dopo esser state discusse con le istituzioni, le idee ritenute meritevoli potrebbero confluire in una proposta di legge a sostegno della natalità”.

“Il coinvolgimento delle imprese e la messa in rete delle buone pratiche di welfare aziendale sono i capisaldi del nostro piano strategico. Non si può pensare di contrastare la crisi demografica senza creare un ambiente lavorativo favorevole e accogliente per le donne. Stiamo lavorando a un importante piano per la maternità, perché è la libertà delle donne di essere madri senza rinunciare alla propria realizzazione personale e professionale la chiave per uscire dall’inverno demografico”, ha spiegato la ministra Eugenia Maria Roccella, presentando il progetto  ‘Adamo’.

Mentre Konstantinos Delialis, managing director Italia di Plasmon, ha concluso: “Come azienda ci siamo impegnati da tempo per fare qualcosa di concreto per il futuro dell’Italia. Oggi vogliamo fare un passo in avanti per aiutare il Paese: per invertire il trend della denatalità è fondamentale unire tutte le forze e fare in modo che aziende e istituzioni lavorino insieme. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di lanciare il progetto Adamo: per mettere intorno allo stesso tavolo chi ha la possibilità di fare qualcosa di importante per il Paese”.