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Stupro di gruppo a Parco Dora, a processo due amici ventenni - La Stampa

Hanno approfittato «delle condizioni di inferiorità fisica e psichica» di una loro coetanea. E l’hanno violentata a turno mentre dormiva e si trovava in «stato di incoscienza». Per la procura quello che si consumò il 10 ottobre 2023 nell’alloggio di via Stradella 88 al culmine di una festa a base di alcol e droga fu «stupro di gruppo»: lo si legge nero su bianco nell’avviso di conclusione indagini notificato a Pedro Enrichens Oliveira Torres, brasiliano di 20 anni, e Piero Esteban Alcaron Camacho, 21 anni, accusati di violenza sessuale aggravata.

In quattro o cinque si erano ritrovati a Parco Dora a bere birra e a farsi con tutto quello che trovavano. Poi uno del branco chiama un’amica: «Dai vieni qui con noi». E tutti insieme si spostano in un alloggio al quinto piano di quel palazzo alla periferia nord. Ancora alcol. Ancora droga. E i due ventenni, secondo quanto ricostruito dagli inquirenti coordinati dal pubblico ministero Davide Pretti, violentano la giovane. «Lei era in stato di semi incoscienza. E coricato lì vicino c’era un altro che guardava. Quando sono arrivato lui ha smesso ed è andato in bagno. Allora è toccato a me...», avevano raccontato alla polizia. Abusano di lei. Poi, quando si sveglia e chiede aiuto, la cacciano in strada. È stata la ragazza ad avvertire le forze dell’ordine, una volta uscita dall’appartamento. A portare gli agenti al quinto piano e indicare i suoi aggressori.

In tre vengono arrestati con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Tra loro c’era anche il 24enne Steven Carlo Villapoma Lopez: per lui il magistrato ha chiesto l’archiviazione, perché la vittima non lo ha riconosciuto tra i protagonisti della violenza e non l’ha visto intorno a sé nemmeno quando si è svegliata. Il ragazzo, durante l’udienza di convalida del fermo, aveva detto che si era addormentato e non si era accorto di nulla. L’aveva spiegata più o meno così: «Ero fuso, non mi ricordo bene di quello che è successo. Non ho avuto rapporti con quella ragazza».

Un puzzle di versioni che collimano su luoghi e orari, ma divergono nella ricostruzione dei fatti incriminati. La vittima ha detto di aver ricevuto in tarda serata un messaggio da un amico che lo invitava a raggiungerlo a Parco Dora. Arrivati in via Stradella, «ad un certo punto ho perso i sensi, sul divano. Quando mi sono svegliata, li ho visti lì. Sopra di me. Io urlavo, piangevo e loro ridevano». A un certo punto uno dei tre l’avrebbe accompagnata in strada e, prima di abbandonarla in stato di choc, avrebbe provato a giustificarsi: «Ho visto gli altri che lo facevano, allora ho pensato di poterlo fare anche io». Parole più o meno simile le hanno ripetute gli altri davanti agli inquirenti.

Oliveira Torres, che è difeso dall’avvocata Marisa Giovanna Ferrero, da ottobre si trova in cella, mentre Alcaron Camacho, assistito dalla legale Nadia Garis, è stato messo ai domiciliari. Ora però quest’ultimo dovrà rispondere anche di evasione per aver tentato la fuga in Francia a bordo di un pullman. Gli agenti lo avevano intercettato al confine e portato in carcere.

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