Dicono che i sogni svaniscono all'alba. Non sempre. Quello del signor Michael Stoschek si è concretizzato in una mattina di dicembre quando l'ha reso pubblico a Le Castellet, in Provenza.

Nuova Stratos. Già perché il signor Stoschek qualche anno fa si è messo in testa di fare rivivere la Stratos, la gloriosa granturismo Lancia disegnata da Bertone, che è stata la dominatrice dei rally degli anni '70. A confezionargliela su misura un prestigioso atelier italiano, la Pininfarina. Il risultato del sogno diventato realtà è una "one-off", un esemplare unico, il cui sviluppo è iniziato nel settembre del 2008 partendo da una Ferrari 430 Scuderia di cui sono stati modificati quasi tutti i componenti.

Caratteristiche tecniche. Il pianale, composto da estrusi di alluminio, è stato accorciato di 20 cm rispetto all'originale. Il motore, il V8 Ferrari da 4.3 litri, modificato in alcune componenti, sviluppa 540 CV ed è accoppiato a un cambio sequenziale a 6 marce. E ancora, differenziale autobloccante meccanico, servosterzo elettro-idraulico, freni in carboceramica, cerchi ruota da 19" e sospensioni dotate di ammortizzatori a controllo elettronico.

Prova al Paul Ricard. Lunga 4,18 metri (33 cm in meno della Ferrari 430 Scuderia), con passo di 2,4, la Nuova Stratos pesa 1.247 kg. E noi, il sogno diventato realtà del signor Stoschek, l'abbiamo provato sul circuito di Paul Ricard: stretta la cintura di sicurezza a cinque punti, tiriamo verso di noi il paddle alla destra del volante e ci immettiamo in un lungo rettilineo che termina in una doppia curva.

Pronti... via! Prima, seconda, terza le marce si inseriscono velocemente, il V8 Ferrari è rabbioso e fa sentire il suo possente sound. Siamo in sesta quando, sia pur a velocità non elevata, selezioniamo le marce inferiori, deliziandoci nell'ascoltare la doppietta in scalata, per immetterci in una curva a destra seguita da una a sinistra. Tutto bene: la frenata potente e ben equilibrata, l'assetto giustamente rigido e l'azione dello sterzo preciso e molto progressivo, ci consentono di spingere correttamente il muso verso il punto di corda.

Poco docile. Ora affrontiamo il secondo giro cercando di osare di più, ma già alla prima curva ci rendiamo conto che la Nuova Stratos è meno docile. Insomma, è un'auto che deve essere controllata con attenzione dato anche il passo estremamente corto. In prossimità delle curve, infatti, richiede una guida molto precisa, alla costante ricerca della traiettoria migliore e soprattutto un prefetto dosaggio della pressione sul pedale del freno. Infatti, se si ritarda la staccata all'ingresso di curva, la Nuova Stratos sottosterza con decisone passando a un altrettanto brusco sovrasterzo se si rilascia l'acceleratore. Tale comportamento, tuttavia, è facilmente controllabile grazie alla già citata rapida azione dello sterzo e poi perché il retrotreno non perde aderenza.

Giusto compromesso. A fine prova, i tecnici ci dicono che l'assetto della Nuova Stratos è un giusto compromesso tra pista e strada e che quest'auto è eccezionale proprio sui normali percorsi di tutti i giorni. No comment, invece, su un'eventuale limitata produzione di 25 esemplari per ottenere l'omologazione Fia per le corse in GT2.