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Il Senato vota sì alla decadenza. Berlusconi è fuori dal Parlamento - la Repubblica

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Il Senato vota sì alla decadenza. Berlusconi è fuori dal Parlamento

Dibattito animato in Aula. Respinti gli ordini del giorno presentati dal centrodestra. Fi contro i senatori a vita: "Vergognatevi". Nel pomeriggio il Cavaliere ha tenuto un comizio a Roma davanti a palazzo Grazioli. Grillo: "Non fine di un regime, ma di un banale uomo"

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ROMA - 27 novembre 2013, ore 17.43: l'Aula del Senato ha votato sì alla decadenza da senatore di Silvio Berlusconi, condannato in via definitiva a quattro anni per frode fiscale. Un epilogo che giunge alla fine di un lungo cammino durato quasi quattro mesi, che ha tenuto bloccato un intero Paese intorno al destino di un solo uomo.

La cronaca della giornata. Nell'aula di Palazzo Madama la seduta dedicata al voto per la decadenza di Berlusconi è andata avanti ininterrottamente per quasi otto ore. Questa mattina il presidente della Giunta delle immunità Dario Stefàno ha letto la relazione della Giunta che non conferma la convalida dell'elezione dell'ex premier. E gli esponenti di Forza Italia hanno chiesto subito il voto segreto. La senatrice Maria Elisabetta Alberti Casellati ha avanzato un richiamo al regolamento per il voto segreto in merito a un voto che riguarda la persona, come fece nel 2009 il capogruppo attuale del Pd Luigi Zanda. Stessa richiesta è arrivata dal senatore Francesco Nitto Palma e dal presidente dei senatori di Ncd, Renato Schifani.

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Respinti voto segreto e pregiudiziali. Ma il presidente del Senato Pietro Grasso ha respinto la richiesta, richiamandosi alle decisioni della giunta del regolamento dello scorso 30 ottobre, perchè la votazione sulla decadenza da senatore non è configurabile come voto sulla persona ma sullo status di parlamentare, e dunque va effettuata tramite scrutinio palese. E poco prima delle 13 sono state respinte per alzata di mano la sospensiva prooposta da Pier Ferdinando Casini e tutte le altre sei questioni pregiudiziali sulla decandenza poste dal centrodestra. Grasso ha annunciato anche che il voto sarebbe cominciato alle 17.

Il dibattito al Senato. Il dibattito in Aula è stato piuttosto animato. I banchi dei senatori erano tutti pieni. Maurizio Gasparri prima e Sandro Bondi dopo hanno attaccato duramente i senatori a vita: "Siete presenti solo oggi. Vergognatevi". Bondi ha sottolineato anche la "mancanza di sensilibità del premier Enrico Letta" che, in contemporanea con i lavori dell'Aula, ha convocato una conferenza stampa per parlare della nuova maggioranza a sostegno del suo governo. Tra Bondi e Roberto Formigoni è scoppiata una lite che ha richiesto l'intervento dei commessi. L'episodio è stato immortalato dal cellulare del senatore Pd Sergio Lo Giudice e pubblicato su Twitter. Alessandra Mussolini ha attaccato a testa bassa Angelino Alfano e i "cugini" di Ncd: "Non vogliamo i vostri voti". Più tardi, nell'aula quasi quasi vuota poco prima della pausa pranzo, ha parlato Manuela Repetti di Fi sotto lo sguardo estasiato di Bondi, suo compagno di vita (oltre che di partito). Andrea Augello (Ncd), che già nella Giunta per le elezioni aveva presentatotre pregiudiziali sulla decadenza, poi respinte, ha bacchettato nuovamente Vito Cimi del M5S per l'episodio del post su Facebook con insulti al Cavaliere. Mentre Augusto Minzolini (Fi) ha accusato Napolitano di "doppiopesismo". Altero Matteoli (Fi) ha rinnovato il suo amore per il Cavaliere: "Vai avanti Silvio, con te nuovi successi politici ed elettorali".

Le dichiarazioni di voto. Come da programma, alle 15.30 sono iniziate le dichiarazioni di voto. La senatrice di Sel Loredana De Petris ha ricordato puntigliosamente tutte le leggi ad personam volute da Berlusconi e ha confermato il sì. Mentre Erika Stefani, in rappresentanza della Lega Nord, ha ribadito il voto contrario del Carroccio visti i dubbi sull'applicazione della legge Severino. Lucio Romano di Scelta civica: "Non dobbiamo sottrarci al giudizio della storia. Voteremo sì alla decadenza". Ma poi ha annunciato l'intervento contrario del suo collega di partito Gabriele Albertini, che ha dichiarato l'astensione. Renato Schifani, capogruppo di Ndc, ha ribadito il no del suo partito: "Ci accingiamo a dire no a una scelta anomala e ingiusta". Paola Taverna dei Cinque Stelle ha accompagnato il sì del Movimento con parole veementi, che hanno provocato le urla e gli insulti dai banchi del centrodestra. Annamaria Bernini di Fi, vestita a lutto, ha enunciato la sua arringa difensiva nei confronti del Cavaliere proprio mentre Silvio Berlusconi teneva il suo comizio davanti a palazzo Grazioli. E dopo il sì del Pd confermato dal capogruppo Luigi Zanda, l'Aula ha bocciato tutti e nove gli ordini del giorno presentati dal centrodestra contro la decadenza, decretando di fatto l'uscita di Berlusconi dal Parlamento.

Il comizio a palazzo Grazioli. Silvio Berlusconi, mentre al Senato si svolgevano le operazioni di voto, ha tenuto un comizio davanti a Palazzo Grazioli, davanti a una folla di circa 5mila persone, venute con 300 pullman da tutta Italia. Dopo il discorso, il Cavaliere è partito per Arcore, rinunciando alla partecipazione in diretta alla trasmissione 'Porta a Porta', così come suggeritogli dal suo medico personale Alberto Zangrillo.

Grillo, memoriale su Berlusconi. Il leader del M5S ha aperto oggi il suo blog con un articolo dal titolo "In memoria di Silvio Berlusconi", in cui ha scritto: "Mi piacerebbe per davvero poter dire che siamo alla vigilia del crollo di un regime. Non è così. Non ancora. E' semplicemente la fine di un banale uomo per tutte le stagioni, un soggetto che è stato funzionale nell'ultimo ventennio sia ai colossi finanziari anglo-americani che al Kgb sovietico, passando per lo Stato del Vaticano,la troika, l'Iran, Israele, l'Arabia Saudita, gli emirati Arabi, la Lybia, l'intero sistema bancario internazionale".
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