J
La J (in minuscolo j), in italiano chiamata i lunga o i lungo[1], è la decima lettera dell'alfabeto latino moderno.
J j lettera dell'alfabeto latino | |||||
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J in caratteri senza e con grazie | |||||
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Alfabeto NATO | Juliet | ||||
Codice Morse | ·––– | ||||
Bandiera marittima | |||||
Alfabeto semaforico | |||||
Braille | ⠚ |
In tempi recenti si è diffusa l'usanza di indicare questa lettera con il nome gei[2][3][4], pronunciato "géi" (/ˈd͡ʒei/) o "gèi" (/ˈd͡ʒɛi/)[5] e derivato dall'inglese jay. Tale nome però che non compare nei principali vocabolari italiani.
Meno comunemente, la lettera J è detta iota o anche iod[6], termini derivati rispettivamente dalla iota greca e da jodh dell'alfabeto paleo-ebraico.
Nell'uso italiano corrente è utilizzata, raramente, per rendere il suono semiconsonantico della i davanti a vocale, ma solo in alcune parole con grafia conservativa, come in alcuni toponimi, nomi e cognomi italiani[7]. È inoltre usata in parole prestate da altre lingue, nel qual caso si pronuncia in modo vario, a seconda della lingua di provenienza del termine.
Nell'alfabeto fonetico internazionale, il simbolo /j/, graficamente uguale alla i lunga, rappresenta una semiconsonante approssimante palatale.
Storia
modificaLa J è l'ultima lettera a essere stata aggiunta all'alfabeto latino, e fu posizionata dopo la I, di cui in origine era una semplice variante grafica. Il nome iota deriva da quello della omonima lettera greca (che, a sua volta, deriva il suo nome dalla corrispondente lettera fenicia yōdh, braccio); la I e la J condividono gran parte della loro storia, prima di essere distinte in due lettere diverse: la vocale I e la consonante J, quest'ultima con valori fonetici diversi nelle varie lingue europee (in italiano, latino e nella maggior parte delle lingue germaniche, rappresenta la semivocale [j] che compare all'inizio della parola iena). Per la storia di queste due lettere, vedi la relativa voce.
Fu Gian Giorgio Trissino, nella sua Ɛpistola de le lettere nu
La lettera J faceva parte dell'alfabeto italiano, con valore di semiconsonante palatale nei dittonghi, e si trovava specialmente in principio di parola (jeri, juta) oppure tra due vocali (frantojo, Savoja). Usata in posizione iniziale richiedeva l'articolo "lo" o "la", senza elisione. Era inoltre usata in fine di parola, come contrazione di due "i", ossia della "i" geminata finale (necessarj, vassoj). Quest'uso della J fu abbandonato quasi completamente tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento.
Per l'evoluzione del grafema, si veda la storia della lettera I.
Uso attuale in italiano
modificaIn italiano pochissime parole vengono tuttora scritte adoperando la i lunga, e sono per la maggior parte nomi propri, che per loro natura tendono ad avere una grafia conservativa; in tutti casi la i lunga precede una delle vocali "A", "E", "O", "U" ed ha esclusivamente valore di semiconsonante palatale, ossia il suono di "i" nella parola "ieri":
- grafie alternative di parole scritte più comunemente con la "i" (ad es. jella, jena, jota, juta);
- nomi propri di persona: Jacopo, Jolanda, Jole;
- cognomi: ad es. Tajani, Jannacci, Jacobelli ed altri;
- nomi propri di luogo: i comuni italiani di Jesi, Jesolo, Reana del Rojale, Jelsi, Jenne, Jacurso, Jerago, Jerzu, Jolanda di Savoia, Joppolo, Joppolo Giancaxio, oltre a Jugoslavia, ex Stato europeo, Ajaccio, capoluogo della Corsica, e L'Aja, città olandese;
- i nomi degli abitanti dei luoghi del punto precedente: jesini, jesolani, rojalesi, jelsesi, jennesi, jacursesi, jeraghesi, jerzesi, jolandini, joppolesi, jugoslavi, ajaccini (gli abitanti di Joppolo Giancaxio si chiamano "giancascisi" e quelli dell'Aja non hanno un nome specifico in italiano)
- in alcuni latinismi: ad es. junior, juniores, juventino, fidejussione, de jure ed altri.
Essa viene ancora usata, infine, per rendere il suono [j] che in alcune lingue e dialetti regionali corrisponde al trigramma -gli- (/ʎ/) dell'italiano standard (come nel romanesco ajo per aglio).
Fino al secondo dopoguerra la I e la J erano ancora considerate varianti della stessa lettera ai fini dell'ordinamento alfabetico nei dizionari e nelle enciclopedie, sicché i lemmi inizianti con entrambe le lettere erano elencati nella stessa sezione, all'interno della quale, per esempio, jella precedeva iodio. È solo dagli anni '50 del XX secolo, con il massiccio afflusso di anglismi nella lingua italiana, che i compilatori di dizionari e di enciclopedie iniziarono ad aggiungere una sezione specifica per la lettera J.
Nei prestiti dall'inglese (es. jeans) la lettera ha valore di affricata postalveolare sonora, equivalente alla G dolce; nei prestiti dal francese (es. abat-jour) ha valore di consonante fricativa postalveolare sonora.
Uso in altre lingue
modificaApprossimante palatale
modificaNella grande maggioranza delle lingue germaniche, la lettera i lunga ha lo stesso valore che ha in italiano, ossia rappresenta l'approssimante palatale, come la I nella parola "ieri"; così in tedesco, olandese, islandese, svedese, danese e norvegese.
Lo stesso valore di approssimante palatale si rileva anche in albanese, macedone, lettone e lituano e nelle lingue slave che utilizzano l'alfabeto latino, come polacco, ceco, serbo-croato, slovacco e sloveno.
Anche nella traslitterazione scientifica del cirillico la lettera i lunga ha il valore di approssimante palatale ed è quindi usata per trascrivere la lettera Й.
A causa dell'elevato numero di lingue in cui la i lunga ha il valore di approssimante palatale, nell'alfabeto fonetico internazionale tale lettera è stata scelta per rappresentare questo suono: / j /.
Affricata postalveolare sonora
modificaL'inglese, pur essendo una lingua germanica, la lettera i lunga rappresenta più comunemente l'affricata postalveolare sonora, ossia il suono della lettera G nella parola "gelo". Anche in valenciano e in occitano la lettera esprime lo stesso suono che ha in inglese, rappresentato nell'alfabeto fonetico internazionale dal simbolo / dʒ /
Fricativa postveolare sonora
modificaIn francese, portoghese, catalano, rumeno e turco la i lunga ha il valore di fricativa postalveolare sonora, come la seconda G nella parola "garage". Nell'alfabeto fonetico internazionale tale suono è rappresentato con il simbolo / ʒ /.
Fricativa velare sorda
modificaIn spagnolo (castigliano) la lettera i lunga ha il valore di fricativa velare sorda, come nel nome spagnolo "Juan", rappresentato nell'alfabetico fonetico internazionale con il simbolo / x /.
In alcune aree geografiche ispanofone, il valore è invece quello di fricativa glottidale sorda, come la C nella pronuncia toscana di "casa". Nell'alfabeto fonetico internazionale tale suono è rappresentato con il simbolo / h /.
Note
modifica- ^ j, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ j, su dizionari.corriere.it.
- ^ j, su dizionario-italiano.it.
- ^ Costanza Bondi, Alfabestoria dell’alfabeto italiano, Aletti Editore, 2014. ISBN 9788859119746.
- ^ Luciano Canepari, j, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
- ^ j, su dizionari.repubblica.it.
- ^ J, in Treccani.it – Enciclopedie on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- ^ Fonte: Riproduzione fotografica dell'Università di Torino Archiviato il 26 marzo 2009 in Internet Archive., pag. 5 del file PDF; la data di pubblicazione si trova sull'ultima pagina.
Altri progetti
modifica- Wikiquote contiene citazioni di o su J
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Collegamenti esterni
modifica- J, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- (EN) j, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.