Edo (città)
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Edo (
Lo stesso nome è usato anche per indicare il periodo storico durante il quale la città ospitava lo shōgun. Storicamente era pronunciato Jedo: fino alla seconda metà del suddetto periodo, infatti, il kana ゑ?, we veniva pronunciato come /ye/.
Il moderno museo Edo-Tokyo, inaugurato nel 1993 nel quartiere speciale di Sumida, è dedicato alla storia della città dai tempi in cui era chiamata Edo.[2]
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Da villaggio a centro militare
[modifica | modifica wikitesto]Edo fu un piccolo villaggio costiero fino al 1457, quando il daimyō (lett. "grande nome", un signore feudale) Ōta Dōkan (
Periodo Sengoku
[modifica | modifica wikitesto]Attorno alla metà del XVI secolo, durante il Periodo Sengoku, il clan Uesugi fu sconfitto dal tardo clan Hōjō della vicina Provincia di Sagami, che assunse il controllo di Edo. Nel 1590, le truppe di Toyotomi Hideyoshi posero fine al dominio degli Hōjō con l'assedio di Odawara, dove il clan aveva mantenuto la propria roccaforte. L'evento segnò una tappa fondamentale nella riunificazione del Giappone. Le terre di Edo passarono quindi a Tokugawa Ieyasu,[2] il maggiore alleato di Hideyoshi. Con la morte di quest'ultimo, la definitiva riunificazione del Paese riuscì a Tokugawa, che si era nel frattempo stabilito a Edo e fu nominato shōgun ("signore della guerra" e dittatore militare) dall'imperatore Go-Yōzei nel 1603.
Sede dello shogunato
[modifica | modifica wikitesto]Edo ebbe grande sviluppo durante lo shogunato Tokugawa, la cui dittatura comprende quella parte della storia del Giappone nota come Periodo Edo, che durò dal 1603 al 1868. Durante tale periodo, la residenza e la corte dello shōgun erano nel castello di Edo, ristrutturato dalle fondamenta e grandemente ampliato da Ieyasu.[2] Sebbene la capitale ufficiale fosse rimasta Kyoto, che era la residenza dell'imperatore, Edo in quest'epoca divenne la più grande città del Giappone. Secondo una tradizione già in uso al tempo di Hideyoshi, i daimyō di tutto il Giappone furono obbligati da Ieyasu ad avere una residenza a Edo, con l'obbligo di soggiornarvi periodicamente. In tale residenza dovevano vivere in pianta stabile la moglie e l'erede del daimyo, che erano di fatto ostaggi dello shogun. In tale modo era assicurato il controllo dello shogun sui feudatari. Nel 1635, con l'introduzione del Sankin-kōtai, tale pratica divenne legge. La concentrazione a Edo dei daimyo, delle loro famiglie e dei loro seguiti precedette il necessario arrivo di commercianti, burocrati, artigiani e contadini. In breve tempo la popolazione residente di Edo si moltiplicò.[2]
Furono creati quartieri appositi per le nuove classi sociali arrivate, con i samurai che rimasero invece nelle aree interne o vicine al castello. Nacquero diversi quartieri del piacere, tra cui il famoso Yoshiwara. Il grande agglomerato urbano formatosi, il primo di queste dimensioni nel Paese, era composto principalmente da case in legno e durante il Periodo Edo frequenti furono grandi incendi che devastarono la città. Fu quindi istituito il corpo dei vigili del fuoco cittadini.[2] Dopo il grande incendio di Meireki che la distrusse nel 1657, Edo fu ricostruita con criteri moderni per quell'epoca.[3]
Edo era diventata il centro del Paese ed esercitò una crescente influenza sulle altre città, soprattutto sotto il profilo culturale.[2] Nel Periodo Edo fiorirono in Giappone diverse arti; una delle più caratteristiche fu l'Ukiyo-e (
Una serie di editti emanati dal 1633 al 1639 imposero sul Paese una politica isolazionista nota come Sakoku (
![](https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/8/8f/Castle_of_Yedo%2C_inner_moat.jpg/220px-Castle_of_Yedo%2C_inner_moat.jpg)
Fine dello shogunato: Edo diventa Tokyo
[modifica | modifica wikitesto]Il malumore delle fazioni contrarie ai Tokugawa fu accentuato da tale evento ed ebbe inizio l'ultima parte del Periodo Edo, chiamata Bakumatsu (
Il Periodo Edo finì con la resa dello shogun, nel gennaio del 1868, e la caduta della città tra il maggio e il luglio successivi; il resto del conflitto vide le forze filo-imperiali sconfiggere gli ultimi lealisti dello shogunato, rifugiatisi in Hokkaidō. La città divenne così la nuova capitale; situata ad est della vecchia capitale Kyoto, fu ribattezzata Tokyo (
Galleria d'immagini
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Esecuzione ai Trattati di Amicizia, Commercio e Navigazione conchiusi tra l’Italia, il Giappone e la Cina (PDF), su archivio.camera.it.
- ^ a b c d e f g (EN) Louis Frédéric, Japan Encyclopedia, Harvard University Press, 2002, pp. 167 e 168, ISBN 978-0-674-01753-5. URL consultato il 10 maggio 2014.
- ^ a b (EN) Kobayashi, Tadashi, Ukiyo-e: An Introduction to Japanese Woodblock Prints, Kodansha International, 1997, pp. 70, 71, 94, 95, ISBN 978-4-7700-2182-3.
- ^ (EN) Laver, Michael S., The Sakoku Edicts and the Politics of Tokugawa Hegemony, Cambria Press, 2011.
- ^ a b (EN) Ponsonby-Fane, Richard, Kyoto: the Old Capital, 794–1869, 1956, pp. 327, 328.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Edo
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