Kumārajīva
Kumārajīva (
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]La sua vita è nota grazie alla Biografia di monaci eminenti (cin. Gāosēngzhuàn,
Secondo Sēngzhào egli morì nel 413 all'età di 69 anni, quindi dovrebbe essere nato nel 344. Ma secondo Huìjiǎo sarebbe nato nel 350 e morto nel 409, quindi a 59 anni. Si sa che suo padre, Kumārāyaṇa (
A sei anni Kumārajīva entrò in un monastero buddista. Anche la madre, Jīvaka, prese i voti monastici nello stesso periodo. Si narra che Kumārajīva fin da giovanissimo espresse delle doti particolari, imparando facilmente a memoria l'Abhidharma della scuola sarvāstivāda. Dopo tre anni la madre decise di approfondire il proprio studio e di tornare nel Kashmir da dove era partito il marito così, insieme al figlio di nove anni, rientrò in India. Giunti nel Kashmir, Kumārajīva ebbe maestri di tradizione sarvāstivāda, il più importante dei quali fu Bandhudatta che gli fece accuratamente approfondire il Sūtrapiṭaka di quella scuola. Si narra che non ancora dodicenne si fece notare in una disputa come profondo conoscitore della dottrina soprattutto in termini di comprensione profonda. Il fatto che ciò accadesse davanti al sovrano di Chipin (o Kipin in Kashmir oggi compreso nella regione dello Swat), lo rese famoso in tutta la regione. Compiuti i dodici anni, Kumārajīva insieme alla madre rientrò nel regno di Kucha.
È durante questo viaggio di ritorno che Kumārajīva ebbe la predizione da parte di un arhat sarvāstivāda incontrato lungo il cammino che, se non avesse infranto i voti da monaco, entro i trentacinque anni sarebbe divenuto eguale a Upagupta. Secondo la tradizione sarvāstivāda Upagupta ebbe il merito di aver convertito l'imperatore Aśoka al Buddismo. Kumārajīva e la madre raggiunsero, sulla via del ritorno verso Kucha, lo stato di Kashgar (sul versante occidentale del bacino del Tarim) dove risiedettero per un anno e dove Kumārajīva approfondirà l'Abhidharma ed altri testi sarvāstivāda e, con Buddhayaśas, testi della scuola dharmaguptaka[2]. Studiò anche importanti testi del Sanātana Dharma (Induismo), e opere di astronomia e di scienze. Durante un altro dibattito pubblico sul Sutra della messa in moto della Legge (Dharmaçakrapravartana Sūtra) ebbe ancora modo di far notare la sua profonda erudizione e intuizione. Fino a questo momento Kumārajīva è tuttavia un monaco di tradizione sarvāstivāda, sarà l'incontro, avvenuto sempre a Kashgar, con Sutyasoma, monaco del Grande veicolo (Buddismo Mahāyāna), che ne modificherà le vedute religiose. Con Sutyasoma, Kumārajīva iniziò infatti lo studio della letteratura dottrinale Mahāyāna, in particolar modo dei testi madhyamaka di Nāgārjuna e di Āryadeva.
Molti anni dopo Kumārajīva così ricorderà il suo rapporto con Sutyasoma:
«Nel passato quando ero in India, ho percorso le cinque regioni del paese alla ricerca degli insegnamenti del Mahāyāna. Quando ebbi modo di studiare presso il grande maestro Sutyasoma, riuscii finalmente ad assaporare il gusto dell'autentica sapienza. Egli mi affidò i testi in sanscrito e, incaricandomi di divulgarli, disse -Il sole del Buddha è tramontato dietro le montagne occidentali, ma i suoi raggi si attardano a illuminare le regioni nordorientali. Questi testi sono destinati proprio a quelle regioni. Tu ne devi assicurare la trasmissione!»
Giunto a Kucha ottenne la piena ordinazione monastica ma, dopo alcuni mesi, siamo nel 382, questa città-regno venne conquistata da Lǚ Guāng (
L'attività di traduzione in Cina
[modifica | modifica wikitesto]La conquista del trono imperiale cinese da parte di Yaó Xīng (姚興, 366-416) della dinastia Qin posteriori, sovrano interessato al Buddismo, consentì finalmente a Kumārajīva di entrare nella capitale cinese Chang'an, nel 401, con tutti gli onori e sotto la protezione imperiale. Qui, nei suoi restanti dodici anni di vita, Kumārajīva provvederà alla traduzione di numerosissimi sutra buddisti (la tradizione gli attribuisce la traduzione di un minimo di 35 ad un massimo di 74 sutra) sia di tradizione del Buddismo dei Nikāya sia di quella del Buddismo Mahāyāna. Prima dell'arrivo di Kumārajīva era uso in Cina prendere a prestito terminologie daoiste o confuciane per tradurre i testi buddisti. Alcune dottrine buddiste erano, infatti, sovrapponibili a quelle daoiste e ciò aveva consentito di varare il metodo Géyì (
Huìguān (
«Egli poteva prendere in mano un sutra scritto in una lingua straniera e tradurlo oralmente in cinese. Poteva poi spiegarlo in modo perfetto sempre in cinese. Alle sue riunioni partecipavano fino a 500 dotti cinesi che, dopo essersi convinti che la traduzione di Kumārajīva era migliore di quelle precedenti, prendevano il pennello e la riportavano in cinese. Kumārajīva rivedeva sempre le traduzioni.»
Nella stessa introduzione, Huìguān, ci informa che:
«Nell'estate dell'ottavo anno dell'era Hung-shih (406 e.v.), sotto la dinastia Qin posteriori, oltre duemila monaci provenienti dalle quattro direzioni si riunirono in uno dei grandi templi di Chang'an. Venne lì recitata la nuova versione del Sutra del Loto e tutti i membri dell'assemblea si unirono per esaminarla e verificarla. Kumārajīva si esprimeva con parole semplici eppure colme di profondi concetti; faceva uso di esempi familiari ma il significato era di grande portata. Spiegava quanto era nascosto sotto il livello superficiale del testo sforzandosi di portarne alla luce le idee fondamentali.»
In un'altra cronaca dello stesso evento, quella di Sēngruì (
«I membri dell'adunanza si colmavano di gioia ricevendo la nuova traduzione, sentendosi come se, in una giornata limpida, avessero potuto dominare con lo sguardo il mondo sottostante dalla cima dei monti Kunlun»
La vasta erudizione del maestro Kumārajīva spinse il sovrano cinese ad obbligarlo a rinunciare ai voti monastici per dargli una posterità degna di lui, secondo gli ideali confuciani.
Importanti discepoli di Kumārajīva furono: Dàoshēng (
Kumārajīva si spense a Chang'an nel 413 e, narra la tradizione riportata nel Gāosēng zhuàn, dopo la cremazione del suo corpo effettuata nello stesso giardino del monastero (Giardino di Xianyao) dove si tenevano le assemblee di traduzione, fu trovata la sua lingua intatta, come controprova della sua corretta attività di traduttore e di insegnante. Nello stesso giardino sono oggi conservate le sue ceneri.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cfr. tra gli altri, Jacques Gernet. A history of Chinese civilization. Cambridge, Cambridge University Press, 1996, pag. 218.
- ^ Nel 408 Kumārajīva inviterà Buddhayaśas a raggiungerlo in Cina, dove quest'ultimo operò, tra le altre, la traduzione del vinaya della scuola Dharmaguptaka.
- ^ D. Ikeda. Buddismo in Cina. Milano, Sonzogno, 1997 pag. 40. Cfr. Nikkyō Niwano Buddhism for today Tokyo, Kosei, 2002, pag. xix.
- ^ Questi primi quattro discepoli vengono denominati
四聖 (sì shèng) i quattro saggi.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Kenneth Kuan Sheng Ch'en. Buddhism in China. A Historical Survey. Princeton N.J., Princeton University Press, 1972.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]- Buddismo cinese
- Canone cinese
- Storia del buddismo cinese
- Dàoshēng
- Buddhabhadra
- Huìguān
- Huìyuan
- Sēngzhào
- Dao'an
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Kumārajīva
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Kumarajiva, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Opere di Kumārajīva / Kumārajīva (altra versione) / Kumārajīva (altra versione) / Kumārajīva (altra versione), su MLOL, Horizons Unlimited.
- (EN) Opere di Kumārajīva, su Open Library, Internet Archive.
- (EN) Opere di Kumārajīva, su Progetto Gutenberg.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 106964949 · ISNI (EN) 0000 0000 8172 1598 · BAV 495/133828 · CERL cnp00349549 · LCCN (EN) n50052023 · GND (DE) 104083298 · BNF (FR) cb13547195r (data) · J9U (EN, HE) 987007452889605171 · NDL (EN, JA) 00318891 · WorldCat Identities (EN) lccn-n50052023 |
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