Kyōgen
Il kyōgen (
Origine del nome
[modifica | modifica wikitesto]Il termine deriva da kyōgen kigo (
Dal periodo Nanboku-chō in poi, il termine kyōgen verrà utilizzato con il significato di "arti dello spettacolo"[4]. Dal periodo Meiji (1868-1912) il kyōgen, assieme al nō, farà parte del teatro nōgaku (
Il kyōgen viene talvolta messo a confronto con la forma comica italiana della commedia dell'arte poiché presenta caratteristiche o personaggi simili[7][8]. Condivide inoltre alcuni elementi con la satira greca, spettacolo comico breve che intervalla le tragedie.[9]
Sviluppo del kyōgen
[modifica | modifica wikitesto]Origini
[modifica | modifica wikitesto]Si pensa che il kyōgen derivi da una forma di intrattenimento cinese di matrice popolare, il sangaku, importata in Giappone intorno all'ottavo secolo. Durante il periodo Heian (794-1185) diviene nota come sarugaku (
Durante il periodo Kamakura (1185-1333) si costituirono in gran parte del territorio giapponese le za, compagnie teatrali di sarugaku, dalla principale di Yamato, a quelle di Ōmi, Ise, Settsu, Uji, Tanba. Durante il periodo Edo (1603-1868) si formarono scuole come quella di Ōkura
Nel 1642 Ōkura Toraakira (figlio di Torakiyo
La scuola Izumi, dipendente dalla corte imperiale di Kyōto, raccolse il proprio repertorio nel Kyōgen rikugi (
Dopo la restaurazione Meiji
[modifica | modifica wikitesto]Il nō, in quanto forma di intrattenimento ufficiale del periodo Edo, ricevette finanziamenti dal governo. Il kyōgen, rappresentato insieme al nō, riscosse il medesimo sostegno economico sia dal governo che dalle classi sociali più abbienti. Tuttavia, in seguito alla Restaurazione Meiji che segnò l'apertura del Giappone all'Occidente, tale sostegno terminò e gli esponenti delle scuole di nō e kyōgen, che sotto la protezione dello shogunato avevano acquisito quasi lo status sociale della classe samuraica, attraversarono una fase di crisi e progressivo declino, aggravata dalla preferenza accordata dal pubblico a forme di arte più sperimentali.[21] Dalla seconda metà dell'Ottocento, il kyōgen, come il nō, tornò alla ribalta, sotto la spinta di un paese che cercava di affermare la propria identità come nazione anche a livello culturale. Tuttavia, gli intellettuali del tempo preferirono il nō al kyōgen, considerato più solenne e drammatico. Sempre più frequenti infatti erano gli spettatori che, durante gli intermezzi di kyōgen, conversavano ad alta voce, senza prestare attenzione al dramma in atto.[22]
Il nō continuò a godere del sostegno imperiale e dell'interessamento da parte della nobiltà e di esponenti della classe politica, come Iwakura Tomomi (1825-1883), e di intellettuali occidentali quali Paul Claudel, Ezra Pound e Ernest Francisco Fenollosa. Inoltre, nel 1879 l'allora presidente degli Stati Uniti Ulysses S. Grant e la moglie, durante un viaggio in Giappone, espressero il loro interesse per l'arte del nō e del kyōgen. Furono i primi statunitensi ad assistere a spettacoli di nō e kyōgen e proprio questo loro interesse sembrerebbe aver riacceso l'attenzione dei giapponesi verso tali forme di intrattenimento. Alla valorizzazione del repertorio del nō contribuì anche Yoshida Tōgo
Sia il nō che il kyōgen subirono un processo di rinnovamento attraverso l'adattamento di opere occidentali, la ripresa di opere tradizionali e la creazione di forme teatrali sperimentali.[24] Ad essi si ispirò il dramma kabuki, allora in fase di rinnovamento, producendo il matsubame mono (
Nel 1922, verso la fine del periodo Taishō (1912-1926), si estinse la scuola Sagi, le cui tradizioni continuano ancora ad essere preservate da specialisti nelle prefetture di Yamaguchi, Niigata e Saga. Attualmente sono ancora attive due scuole: la scuola Ōkura
Dal secondo dopoguerra
[modifica | modifica wikitesto]Dal secondo dopoguerra il kyōgen, come genere di teatro classico, riesce a svincolarsi dallo stretto rapporto con l'arte teatrale del nō tramite la sperimentazione di forme di intrattenimento che prendono in prestito elementi del teatro occidentale: i brani tradizionali si mescolano "con la tragedia greca, con il teatro d’avanguardia, con la musica contemporanea, con il cinema".[8][28] Al tempo stesso, si cerca di recuperare e valorizzare il vastissimo repertorio dei grandi maestri del passato, come Kan’ami ed il figlio Zeami.[28]
Questo periodo vede la nascita di celebri attori kyōgen di enorme spessore come Yamamoto Tōjirō IV
Dagli anni Cinquanta in poi si assiste ad un vero boom del kyōgen; nelle principali città vengono realizzate numerose rappresentazioni - solitamente costituite da tre spettacoli - da parte di singoli attori o famiglie che, in genere, si esibiscono durante i matsuri presso santuari o scuole.[29][26] Fra le più importanti famiglie di attori kyōgen si annoverano gli Shigeyama (
Ai nostri giorni il kyōgen viene rappresentato regolarmente nelle città più grandi come Tokyo e Osaka, sia come intermezzo tra i drammi nō che da solo, in un programma dai tre ai cinque spettacoli. Si continuano a produrre nuovi spettacoli kyōgen anche se pochi vengono inseriti nel repertorio. In questo senso, particolarmente significativo è Susugigawa (
La precisa dizione degli attori di kyōgen è stata impiegata anche nel cinema d'animazione: il doppiaggio dei personaggi del film A Country Doctor (カフカ
Gli spettacoli realizzati all'estero di attori kyōgen, a partire da quelli della famiglia di Nomura Manzō nel 1963, hanno permesso a questa forma teatrale di riscattare la posizione di secondo rango mantenuta nei confronti del nō; hanno inoltre promosso l'interesse al kyōgen da parte di un pubblico internazionale, e la scrittura di testi teatrali in lingua inglese.[38]
Così come è accaduto per il nō, molti giapponesi ma anche stranieri si stanno avvicinando al kyōgen grazie alle attività organizzate dai club universitari, a corsi promossi da teatri internazionali, a spettacoli trasmessi alla televisione, o workshop: un esempio è rappresentato dal Traditional Theater Training a Kyoto, organizzato da Salz e sponsorizzato dal Kyoto Arts Center.[35]
Caratteristiche
[modifica | modifica wikitesto]Struttura e temi
[modifica | modifica wikitesto]Gli spettacoli del kyōgen, rappresentati tra i vari atti del nō, durano circa dieci minuti e contengono spesso due o tre ruoli fissi. Tra i più celebri si possono ricordare Tarō kaja (
Diversamente dal nō, eseguito sulla base di un testo scritto, il kyōgen si basa su di un canovaccio, e privilegia l'improvvisazione e la comicità. Gli elementi principali sono due: il primo è l'elocuzione, ossia le forme augurali ed espressioni tipiche dei sermoni buddhisti che permettevano di attirare l'attenzione del pubblico meno abbiente: scherzi, giochi di parole o racconti di carattere didattico-religioso che semplificavano i precetti del Buddhismo.[41] Secondo la scuola Ōkura, infatti, il kyōgen sarebbe stato fondato dal monaco buddhista Gen'e, suggerendo un legame tra questa forma teatrale e "l'arte declamatoria sviluppata dai monaci nei loro sermoni". Il secondo elemento è la danza, a carattere propiziatorio-augurale, connessa con pratiche rituali volte a favorire raccolti abbondanti. I movimenti, derivati dal sarugaku e dal dengaku, riproducono i gesti della semina o alludono ad atti sessuali che suscitano il warai, la risata.[42][43]
Numerose sono le parodie di rituali religiosi buddhisti e shintoisti o versioni semplificate di drammi nō, derivanti da racconti popolari. Gli elementi estremamente satirici, comici, nonché volgari e farseschi si trovano in pressoché tutti i kyōgen. Ōkura Toraaki, primo teorico del kyōgen, sostiene che il nō trasforma "l’irreale in reale, il kyōgen il reale in irreale”, risultando quest'ultimo la rappresentazione teatrale comica di un "mondo vividamente reale e assolutamente umano".[44] Il kyōgen tratta vicende della quotidianità, ricorrendo ad un linguaggio che riflette il gergo delle classi sociali del tempo. L'umorismo è ottenuto attraverso giochi di parole, gestualità,[45] utilizzando danza e canto, riti propiziatori dalla funzione apotropaica. Molti i temi legati all'inganno, alla sopravvivenza, al conflitto fra moglie e marito, servo e padrone; frequenti i personaggi presi dalle classi sociali meno abbienti, tra cui ladri o briganti, finora ignorati dalla letteratura cortese, e la critica al potere.[46]
Gli attori
[modifica | modifica wikitesto]I principali attori sono lo shite (principale) e l'ado (interlocutore), una sorta di spalla con cui il primo battibecca o discute, solitamente durante lo honkyōgen. Gli attori erano anche chiamati da Zeami okashii (
Come nel nō, i personaggi sono presenti in numero ridotto e gli attori, generalmente uomini, si cimentano anche nel ruolo di donne e giovani. Se fino al periodo Muromachi (1336-1573) anche alle donne era permesso recitare e vi erano persino troupes di attrici professioniste, l'editto shogunale del 1629 proibì a queste ultime di esibirsi. La prima scuola ad aver accettato artisti donne è stata la scuola Izumi di Tokyo. Attualmente è possibile trovare donne che vestono i panni dei personaggi di drammi nō, ma solo come apprendiste: non è infatti concesso loro di ottenere il ruolo di attrice professionista di nō o kyōgen.
Tra le famiglie più importanti di attori kyōgen si annoverano gli Shigeyama (
Come nel mondo del nō, gli esecutori professionisti nascono in famiglie di artisti e si esibiscono già in tenera età; al contrario, chi non nasce all'interno di famiglie d'arte deve intraprendere un percorso didattico presso il liceo o altre scuole specialistiche.
I costumi
[modifica | modifica wikitesto]A differenza del nō, gli attori del kyōgen si esibiscono generalmente senza maschera, ad eccezione di quando devono inscenare parodie del nō[51], o drammi classici in cui compaiono le figure della volpe (
Le maschere del nō e del kyōgen venivano tramandate di famiglia in famiglia ma, dopo la Restaurazione Meiji e la perdita del sostegno economico dello shogunato, gli artisti dovettero venderle a musei o collezionisti. Le maschere sono attualmente conservate all'interno di musei internazionali quali il Musée Gimet di Parigi o il Victoria and Albert Museum di Londra, e presso il Mitsui Memorial Museum di Tokyo[52].
Per quanto riguarda i costumi, gli esecutori solitamente indossano i kamishimo, un indumento del periodo Edo composto dal kataginu, una veste indossata spesso da Tarō kaja (il servitore primogenito), e dagli hakama. Quasi tutti i personaggi femminili indossano il nuihaku, una sottoveste, ed il binan-boshi, un cappello confezionato con una stoffa bianca lunga cinque metri che viene arrotolata intorno alla testa. Inoltre, a differenza dei tabi bianchi utilizzati dagli attori del nō, gli attori del kyōgen indossano tabi gialli o marroni.[54]
La lingua
[modifica | modifica wikitesto]Il kyōgen usa il linguaggio colloquiale, specialmente quello in uso nel periodo Muromachi in cui si è sviluppato. Inoltre, essendo stati trasmessi oralmente fino al periodo Edo, quando vennero sistematizzati per iscritto, gli spettacoli kyōgen riflettono molte variazioni linguistiche. Del linguaggio del periodo Muromachi restano alcuni elementi, rintracciabili ad esempio nell'utilizzo di certe formule del keigo, il linguaggio onorifico, soprattutto nei dialoghi tra servo e padrone. Oltre a ciò, per dare più eleganza al discorso, si utilizzano suffissi causativi e potenziali come nel caso di mataseraruru al posto di matsu, "aspettare"; è assai più frequente l'uso dei pronomi personali rispetto al giapponese moderno, come per esempio konata (tu). Spesso le frasi terminano con gozaru, forma elegante di aru ("essere, esistere")[55][56]. Oltre al parlato si ricorre anche al butaigo, "parole di palco", ossia termini particolari o modi di dire riprodotti sul palco per la resa scenica dello spettacolo[55].
Musica e danza
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Come nel nō e in varie arti marziali, gli attori del kyōgen si muovono attraverso il suriashi (
Il kyōgen si mette in scena con accompagnamento musicale di flauto, percussioni e gong. I momenti di musica solo strumentale caratterizzano l'entrata e l'uscita di scena dei personaggi, i maigoto (le danze) e gli hatarakigoto, (momenti di azione).[59]
Il palcoscenico
[modifica | modifica wikitesto]Il kyōgen è generalmente messo in scena sul palco del nō. Il palco è parte rilevante dello spettacolo per il modo in cui reagisce ai colpi o facilita il cosiddetto suriashi (
Il repertorio
[modifica | modifica wikitesto]Attualmente il repertorio del kyōgen comprende le circa 260 opere ancora eseguite dalle rimanenti due scuole. Si contano 254 opere per la scuola Izumi e 180 per la scuola Ōkura, di cui 177 sono in comune. I criteri di classificazione delle opere di kyōgen variano a seconda delle tradizioni di ciascuna scuola[62][63]. Uno spettacolo spesso citato nei libri di testo è Busu (
Generalmente le opere sono classificate in base al ruolo dello shite, l'attore protagonista, nei seguenti gruppi:[65][66]
- Waki kyōgen (
脇 狂言 ): di carattere augurale con protagonisti Buddha, divinità, ma anche contadini e persone fortunate - Daimyō kyōgen (
大名 狂言 ) o shōmyō kyōgen (小名 狂言 ): drammi con protagonisti signori feudali, spesso accompagnati dal servitore Tarō kaja - Tarō kaja kyōgen (
太郎 冠者 狂言 ) : incentrati sulle disavventure o sulle imprese del servitore Tarō kaja (categoria di spettacoli più corposa) - Muko kyōgen: hanno per protagonisti uomini alle prese con il matrimonio, ed il muko
婿 "suocero" - Onna kyōgen: incentrati su storie di amanti
- Oni kyōgen (
鬼 狂言 ): con protagonisti oni (鬼 , "demone") - Yamabushi kyōgen: basati su asceti di montagna
- Shukke kyōgen: hanno come protagonisti monaci e presentano una critica di stampo anticlericale
- Zatō kyōgen: incentrati su personaggi ciechi
- Mai kyōgen (
舞 狂言 ): spettacoli mai (舞 "danza") che imitano i drammi nō del sogno (mugen nō) - Zatsu kyōgen (
雑 狂言 ): da zatsu雑 "miscellanea", kyōgen di vario tipo: su truffatori, banditi, malfattori etc.
Opere più conosciute
[modifica | modifica wikitesto]Waki kyōgen
[modifica | modifica wikitesto]- Suehirogari (
末広 がり "Il ventaglio cerimoniale") racconta le vicissitudini del solito Tarō kaja che viene inviato dal proprio signore al mercato ad acquistare un suehirogari, un ventaglio cerimoniale, oggetto dal valore augurale. Non sapendo che cosa sia, finirà per essere truffato ed acquisterà invece un ombrello. - Sadogitsune (
佐渡 狐 "Le Volpi di Sado") racconta di due contadini, uno di Sado ed uno di un'altra regione, che scommettono sull'esistenza delle volpi a Sado. Pur di vincere la scommessa, il contadino di Sado corrompe un funzionario affinché faccia finta di conoscere le informazioni esatte circa la presenza di volpi a Sado. Il contadino dell'altra regione scoprirà l'inganno chiedendogli di riprodurre il verso della volpe, ed inseguirà i due furfanti.[59][67]
Daimyō kyōgen
[modifica | modifica wikitesto]- Utsubozaru (
靭 猿 "La scimmia da faretra") racconta la storia di un daimyō che dopo aver incontrato un ammaestratore di scimmie, pretende di avere la pelle di questo animale per la propria faretra. Nel momento in cui l'ammaestratore, minacciato di morte dal daimyō, sta per uccidere la scimmia, questa compie le mosse da lui insegnate, commovendolo al punto di rifiutarsi di compiere un simile gesto. Il daimyō decide, a sua volta, di abbandonare il proposito iniziale e la scimmia, grata, compie una danza cui parteciperà egli stesso.
Tarōkaja
[modifica | modifica wikitesto]- Fumininai (
文 荷 " I portalettere")
Yamabushi kyōgen
[modifica | modifica wikitesto]- Kakiyamabushi (
柿山伏 "Eremita della montagna dei cachi"), un yamabushi kyōgen racconta di un prete asceta che per la fame mangia i cachi di un albero di proprietà di un contadino. Quest'ultimo, coltolo sul fatto, decide di prendersi gioco di lui e, approfittandosi del fatto di non poter esser visto, fa finta di essere un cane, una scimmia ed infine un'aquila, per poi farlo cadere a terra. Il prete, irato, chiede di ricevere assistenza e si vendica chiamando le forze soprannaturali con il suo canto. Il contadino si fingerà sopraffatto dai poteri del monaco, per poi cacciarlo.[68]
Zatō kyōgen
[modifica | modifica wikitesto]- Tsukimi zatō (
月見 座頭 "Il cieco che ammira la luna") racconta la storia di un cieco che si reca su di una montagna per vedere la luna; là trova una persona con cui condivide sake e poesie. Quando, una volta giunta l'alba, i due si separano, il cieco viene urtato dal suo compagno che, camuffando la voce, lo tratta malamente. Il cieco non lo riconosce, convinto che sia una persona completamente diversa da quella appena conosciuta la sera prima.
Zatsu kyōgen
[modifica | modifica wikitesto]- Tsurigitsune (
釣 狐 "La volpe in trappola") racconta la triste storia di una volpe che, nelle sembianze di un monaco, tenta di convincere il cacciatore che la stava inseguendo, raccontandogli aneddoti spaventosi sulle volpi, a gettare via la trappola. Tuttavia, una volta sulla via del ritorno, dopo aver ripreso le sue sembianze animali, cade nella trappola del cacciatore che la stava attendendo.
Note
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Altri progetti
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Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) An Introduction to Non and Kyogen, su www2.ntj.jac.go.jp.
- (EN) Kyogen With a Twist, su japantimes.co.jp.
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