Macellum Liviae
Il Macellum Liviae (mercato di Livia) era un complesso commerciale dell'antica Roma, edificato sull'Esquilino da Augusto e dedicato a sua moglie Livia.
Testimonianze letterarie
[modifica | modifica wikitesto]Il macellum va probabilmente identificato con "
Nella Cronaca (Chronicon) di Benedetto del Soratte, all'anno 921[4] si menziona la aecclesia Sancti Eusebii iuxta macellum parvum (chiesa di Sant'Eusebio vicino al piccolo mercato)[5]. Nel Liber Pontificalis, la chiesa di Santa Maria Maggiore è descritta come iuxta macellum Libiae (a fianco del mercato di Libia)[6], mentre quella di San Vito è detta in Macello[7]. Il percorso processionale descritto dal canone benedettino del Laterano, l'Ordo Benedicti del 1143, annota intrans sub arcum[8] ubi dicitur macellum Livianum ("entrando sotto l'arco [di Gallieno] nel luogo detto mercato liviano")[9].
Archeologia
[modifica | modifica wikitesto]Rimanenze corrispondenti alle indicazioni letterarie succitate sono state identificate appena fuori dalla porta Esquilina, a nord della strada: questi resti potrebbero ben corrispondere a quelli del macellum Liviae. Si è rinvenuto, infatti, un cortile aperto, che misura 80 per 25 metri, realizzato in opus reticulatum, disposto parallelamente alle mura serviane. Il cortile era circondato da un portico con botteghe per i vari tipi di generi. Sembra che, dal principio del III secolo d.C., la parte meridionale di quest'area fosse invasa dalla costruzione di edifici privati[10].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Cassio Dione, LV.8
- ^ CIL VI, 1178
- ^ Atti del Congresso storico, 1907, I.121
- ^ Ad anno 921, MGS iii.715
- ^ HCh 251
- ^ Forse sostituendo la B per la V in LP, xxxvii.8; xlvi.3; HCh 342
- ^ Arm. 811; HCh 499
- ^ Si fa riferimento all'arco di Gallieno.
- ^ Henri Jordan, ed. Ordo Benedicti, in Topographie der Stadt Rom im Alterthum, 1871‑1885: II.665.
- ^ BC 1874, 36, 212‑219; 1914, 363; Mon L. I.531; HJ 344; LS III.167
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Macellum Liviae, in: Platner and Ashby, A Topographical Dictionary of Ancient Rome, Oxford University Press, Londra, 1929, pp. 322-323.