New Glenn

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Rappresentazione artistica del lancio di un New Glenn
Informazioni
Funzioneveicolo di lancio orbitale parzialmente riutilizzabile
ProduttoreBlue Origin
Nazione di origineStati Uniti (bandiera) Stati Uniti
Dimensioni
Altezza2 stadi: 82 m
3 stadi: 95 m
Diametrom
Stadi2 o 3
Capacità
Carico utile verso orbita terrestre bassa45000 kg[1][2]
Carico utile verso
GTO
13600 kg[1][2]
Cronologia dei lanci
Statoin sviluppo
Basi di lancioCape Canaveral
Volo inauguraleNovembre 2024 (previsto)
1º stadio
Propulsori7x BE-4
Spinta17,1 MN
PropellenteLCH4/LOX
2º stadio
PropulsoriBE-4 Vacuum
Spinta2,4 MN
PropellenteLCH4/LOX
3º stadio
PropulsoriBE-3U
Spinta490 kN
PropellenteLH2/LOX

Il New Glenn è un veicolo di lancio orbitale privato sotto sviluppo da parte di Blue Origin. È previsto che effettuerà il suo primo volo non prima del novembre 2024.[3][4][5] I lavori di sviluppo sul veicolo iniziarono nel 2012 e le specifiche ad alto livello del veicolo vennero annunciate nel settembre 2016. Il New Glenn è descritto come un razzo a due o tre stadi (a seconda del caso), con 7 metri di diametro sia per il primo che il secondo stadio. Il suo primo stadio verrà alimentato da sette motori BE-4 a metano ed ossigeno liquido, disegnati e costruiti dalla stessa Blue Origin. Come il veicolo New Shepard che lo precede, anche il primo stadio del New Glenn sarà riutilizzabile, e sarà in grado di effettuare un atterraggio verticale in un pad apposito.[6]

Dopo aver iniziato lo sviluppo di un sistema di lancio orbitale nel 2012, Blue Origin ha annunciato pubblicamente l'esistenza di un loro nuovo veicolo di lancio orbitale nel settembre 2015.[7] Nel gennaio 2016 la compagnia ha indicato che il nuovo razzo sarebbe stato molto più grande del New Shepard, il minore nella famiglia di veicoli orbitali di Blue Origin.[8] Nel settembre 2016, è stato rilasciato il disegno ad alto livello del veicolo, assieme al suo nome New Glenn.[9]

Lavori di sviluppo iniziali sui sottosistemi di volo

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Blue Origin iniziò lo sviluppo dei sistemi per un veicolo di trasporto orbitale umano nel 2012. Un booster monostadio riutilizzabile era stato progettato per volare in una traiettoria suborbitale, alzandosi verticalmente come un tradizionale razzo multistadio. A seguito della separazione del multistadio, lo stadio superiore avrebbe continuato a funzionare per portare gli astronauti in orbita mentre il primo stadio sarebbe disceso eseguendo un atterraggio verticale simile a quello del veicolo di lancio suborbitale New Shepard. Il booster del primo stadio sarebbe stato successivamente riempito di propellente e lanciato di nuovo, permettendo una drastica riduzione dei costi per lancio.[10]

Il razzo era stato progettato per far volare il veicolo spaziale biconico di Blue Origin, assieme ad astronauti e utili. Una volta completata la sua missione orbitale, il veicolo spaziale era disegnato per rientrare nell'atmosfera terrestre ed atterrare sotto i paracadute, per poterli riutilizzare in missioni future.[10]

I test per il Sistema di lancio riutilizzabile (RBS) iniziarono nel 2012. Un test a spinta completa per il motore ad ossigeno e idrogeno liquido BE-3 vennero condotti presso le strutture della NASA nell'Ottobre 2012. La camera di combustione raggiunse con successo i 440 kN di spinta complessiva previsti.[11]

Veicolo di lancio orbitale

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Piani successivi per un veicolo di lancio orbitale vennero resi pubblici nel 2015. Nel Marzo 2016 il razzo venne nominato con il segnaposto di "Very Big Brother".[12][13] Era stato pianificato per essere un razzo bistadio a propellente liquido, con primo stadio riutilizzabile[14]. Blue Origin ha specificato che il primo volo del veicolo era previsto per il 2021 dalle attrezzature di lancio in Florida,[13] tuttavia dopo diversi slittamenti a giugno 2023 è stato annunciato che il primo lancio non avverrà prima del 2024.[4]

Questi piani prevedevano l'impiego del motore BE-4 al primo stadio del razzo[15], mentre per il secondo stadio sarebbe stato utilizzato il recentemente qualificato BE-3. Il numero di motori per ciascuno stadio non fu rivelato, né il carico trasportabile né l'altezza del razzo. Blue Origin intende lanciare il razzo dallo storico LC-36 e costruire i razzi in un nuovo stabilimento presso l'Exploration Park. Anche i test del BE-4 verranno condotti in Florida.[14]

Il 12 settembre 2016, Blue Origin annunciò che il razzo sarebbe stato chiamato New Glenn in onore del primo astronauta americano a orbitare intorno alla Terra, John Glenn, e che il diametro di 7 metri del primo stadio sarebbe stato alimentato da 7 BE-4. Il primo stadio è riutilizzabile ed atterrerà verticalmente, come il New Shepard che lo precedette.[6][13]

Tre settimane di test nel tunnel del vento su un modello su scala di New Glenn vennero completate nel settembre 2016 per validare i modelli di disegno CFD di volo transonico e supersonico.[16][17]

Descrizione e specifiche tecniche

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Immagine artistica del New Glenn

Il New Glenn è un veicolo di lancio orbitale dal diametro di 7 metri, con un terzo stadio opzionale ed un primo stadio riutilizzabile. Il primo stadio è alimentato da 7 motori BE-4 fornendo 17 MN di spinta iniziale[18]. Il primo stadio è riutilizzabile ed atterrerà verticalmente, similmente a quanto testato da Blue Origin con il suo veicolo di test New Shepard. Il secondo stadio ha in comune il diametro del primo stadio, ma utilizza un singolo motore BE-4 ottimizzato per lavorare nel vuoto, e quindi con un ugello allungato. Il combustibile utilizzato è lo stesso, ma lo stadio non è riutilizzabile. Invece, il terzo stadio opzionale utilizza un singolo motore BE-3U a ossigeno ed idrogeno liquido ottimizzato per il vuoto. Anche questo motore viene costruito da Blue Origin ed è già stato testato con il New Shepard, assieme alla versione "standard", ottimizzata per lavorare al livello del mare.[6] La compagnia non ha specificato il carico trasportabile dal New Glenn.[18]

Il New Glenn è disegnato per avere una vita di massimo 25 missioni; i lanci avverranno dal Spaceport Florida Launch Complex 36, che è stato affittato da Blue Origin nel 2015.[6][13] Il razzo sarà anche disponibile per voli di turismo spaziale, con la priorità verso i provenienti dal New Shepard.[19]

Finanziamenti e clienti

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Il razzo viene sviluppato da Blue Origin; inizialmente era interamente finanziato da Jeff Bezos, fondatore di Amazon, che fino al 2017 aveva investito 2,5 miliardi di dollari.[6][20] Dal 2019 ha ricevuto finanziamenti per 500 milioni di dollari dal governo statunitense nell'ambito del programma NSSL (National Security Space Launch) della United States Space Force.[21]

Da quando è stato annunciato lo sviluppo del lanciatore nel 2016, diversi operatori satellitari commerciali hanno stipulato un contratto con Blue Origin per lanciare i loro satelliti: Eutelsat, Mu Space, OneWeb, Sky Perfect JSAT e Télésat Canada.[22][23] Nel dicembre 2020, la NASA ha aggiunto il New Glenn all'elenco dei lanciatori che probabilmente utilizzerà in futuro. Nel febbraio 2023, la NASA ha stipulato un contratto di 20 milioni di dollari con Blue Origin per il lancio dei suoi satelliti gemelli EscaPADE (2 x 120 kg) verso Marte tramite il primo volo del nuovo lanciatore, pianificato per ottobre 2024.[5] Tuttavia a causa della stretta finestra di lancio verso Marte in questo periodo la NASA ha deciso di posticipare la missione nella primavera del 2025,[24] mentre nel volo inaugurale di New Glenn, previsto per novembre 2024, verrà lanciato un prototipo di Blue Ring, una piattaforma spaziale in grado di ospitare, rifornire e trasportare satelliti in orbite terrestri e cislunari.[25]

  1. ^ a b Blue Origin releases details of its monster orbital rocket, su arstechnica.com, 7 marzo 2017.
  2. ^ a b Jeff Foust, Eutelsat first customer for Blue Origin's New Glenn, SpaceNews, 7 marzo 2017.
  3. ^ Status, su nextspaceflight.com. URL consultato il 31 ottobre 2024.
  4. ^ a b Some details have emerged about Blue Origin’s “Blue Ring” project, su arstechnica.com, 1º giugno 2023.
  5. ^ a b NASA Mars smallsat mission to be on first New Glenn launch, su spacenews.com, SpaceNews, 21 novembre 2023. URL consultato il 24 gennaio 2024.
  6. ^ a b c d e Blue Origin introduce the New Glenn orbital LV | NASASpaceFlight.com, su www.nasaspaceflight.com. URL consultato il 19 dicembre 2016.
  7. ^ (EN) Bezos Not Concerned About Competition, Possible ULA Sale - SpaceNews.com, in SpaceNews.com, 15 settembre 2015. URL consultato il 25 dicembre 2016.
  8. ^ Blue Origin: Quiet Plans for Spaceships, in Space.com. URL consultato il 25 dicembre 2016.
  9. ^ Blue Origin introduce the New Glenn orbital LV | NASASpaceFlight.com, su www.nasaspaceflight.com. URL consultato il 25 dicembre 2016.
  10. ^ a b "Blue Origin – About Blue". Retrieved 2013-04-05., su blueorigin.com (archiviato dall'url originale il 25 marzo 2013).
  11. ^ "Blue Origin tests 100k lb LOX/LH2 engine in commercial crew program". NewSpace Watch. 2012-10-16. Retrieved 2012-10-17. (subscription required)., su newspacewatch.com. URL consultato il 25 dicembre 2016 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2020).
  12. ^ Behind the curtain: Ars goes inside Blue Origin’s secretive rocket factory, in Ars Technica. URL consultato il 25 dicembre 2016.
  13. ^ a b c d (EN) Jeff Bezos lifts curtain on Blue Origin rocket factory, lays out grand plan for space travel that spans hundreds of years, in GeekWire, 8 marzo 2016. URL consultato il 25 dicembre 2016.
  14. ^ a b Jeff Bezos plans to boost humans into space from Cape Canaveral. URL consultato il 25 dicembre 2016.
  15. ^ Spaceflight Now | Breaking News | ULA taps Blue Origin for powerful new rocket engine, su www.spaceflightnow.com. URL consultato il 25 dicembre 2016.
  16. ^ (EN) Jeff Bezos says Blue Origin’s New Glenn orbital rocket aces wind tunnel tests, in GeekWire, 26 settembre 2016. URL consultato il 25 dicembre 2016.
  17. ^ Jeff Bezos on Twitter, in Twitter. URL consultato il 25 dicembre 2016.
  18. ^ a b Private Space Colonizers Take Dramatically Different Stances, su aviationweek.com. URL consultato il 26 dicembre 2016.
  19. ^ Blue Origin just validated the new space movement, in Ars Technica. URL consultato il 26 dicembre 2016.
  20. ^ Why Bezos’ rocket is unprecedented—and worth taking seriously, in Ars Technica. URL consultato il 26 dicembre 2016.
  21. ^ Air Force awards three Launch Service Agreements, su af.mil, 10 ottobre 2018.
  22. ^ Blue Origin signs up third customer for New Glenn, su spacenews.com, 26 settembre 2017.
  23. ^ Blue Origin signs Sky Perfect JSAT as fourth New Glenn launch customer, su spacenews.com, 12 marzo 2018.
  24. ^ NASA removes ESCAPADE from inaugural New Glenn launch, su spacenews.com, 6 settembre 2024.
  25. ^ Blue Origin’s New Spacecraft Can Build Projects in Space, su pcmag.com, 16 gennaio 2023.

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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