(Translated by https://www.hiragana.jp/)
Salute dellorecchio: news e ultimi aggiornamenti | Corriere Salute

Salute dell’orecchio

1L’apparato uditivo: com’è fatto e a che cosa serve

L’apparato uditivo risulta costituito da un complesso di formazioni esterne e da una serie di strutture interne alloggiate nello spessore dell’osso temporale. Eccole.

1) L’orecchio esterno comprende il padiglione auricolare (una lamina fibrocartilaginea, rivestita dalla cute, dalla foggia a conchiglia) e il condotto uditivo esterno, un canale che sinuosamente decorre per circa 25 millimetri. Provvisto di una struttura fibrocartilaginea nel suo tratto iniziale, e ossea nei due terzi finali, questo condotto termina a fondo cieco in corrispondenza della membrana del timpano, lamina dalla forma tondeggiante, con un diametro di 8-9 millimetri, inserita su una cornice ossea.

2) Al di là di questa parete membranosa (formata da connettivo fibroso), si apre l’orecchio medio con la cavità timpanica o cassa del timpano. È un anfratto, largo appena 15 millimetri, che accoglie la catena degli ossicini dell’udito, tre piccole ossa, articolate tra loro. Sono:

  • il martello, il cui manico è fissato alla faccia interna della membrana timpanica;
  • l’incudine, che ha grossolanamente la forma di un dente molare;
  • la staffa, così battezzata proprio perché assomiglia all’omonimo componente della sella. La base della staffa è alloggiata in una minuta apertura della parete interna della cavità timpanica, la finestra ovale.

3) Oltrepassando quest’ultima, si accede all’orecchio interno, un insieme di cavità entro l’osso temporale, che fra loro comunicano per costituire il labirinto osseo. In quest’ultimo sono poi presenti formazioni cave, che hanno l’aspetto di vescicole e canali, denominate nel loro insieme labirinto membranoso.

È qui che hanno sede due essenziali cabine di regia: sia l’organo dell’udito, sia l’organo dell’equilibrio. Infatti, la porzione anteriore del labirinto osseo è la chiocciola, che, con il suo decorso a spirale, accoglie il dotto cocleare all’interno del quale si trova il fondamentale organo di Corti, che è l’organo dell’udito in senso stretto, le cui cellule sensoriali contraggono rapporti con le terminazioni del nervo cocleare. La porzione posteriore e superiore del labirinto osseo ospita, invece, i tre canali semicircolari, condotti incurvati ad arco e disposti su tre piani, i quali, assieme a due formazioni vescicolari chiamate utricolo e sacculo, costituiscono complessivamente l’organo dell’equilibrio, la centralina deputata a segnalare la posizione della testa nello spazio nonché gli spostamenti corporei.

Il labirinto membranoso, che si snoda all’interno del labirinto osseo, contiene endolinfa, un liquido trasparente incolore, le cui correnti, nei canali semicircolari, finiscono per stimolare le cellule sensoriali deputate a segnalare al cervello posizioni e spostamenti del nostro corpo nello spazio.

2Come funziona l'organo dell’udito

Come s'è detto, la chiocciola o coclea, che ha le dimissioni di un pisello, costituisce la sezione uditiva dell’orecchio interno. Si tratta praticamente di un tubo arrotolato, che assomiglia al guscio di una lumaca. Al suo interno è suddiviso in tre compartimenti longitudinali colmi di liquido: superiore, intermedio e inferiore. Il piano intermedio è il citato dotto cocleare e sul suo pavimento, che si chiama membrana basilare, si trova il cruciale organo di Corti: è un sofisticato dispositivo che contiene 15.000 cellule ciliate uditive, che rappresentano i recettori per le stimolazioni sonore.

Dall'apice di ognuno di questi elementi cellulari specializzati spuntano un centinaio di esili propaggini chiamate ciglia, le quali stringono contatti ravvicinati con una struttura flessibile sovrastante, denominata membrana tectoria.

Fermiamoci qui e proviamo ad analizzare adesso che cosa succede quando l'orecchio viene raggiunto da un suono.

Le onde sonore che si propagano nell'aria vengono captate dal padiglione auricolare, il quale provvede a raccoglierle e a convogliarle nel condotto uditivo esterno, che si addentra nello spessore dell'osso temporale fino a raggiungere la sottile membrana del timpano. Questa, colpita dalle onde sonore, vibra e trasferisce i micromovimenti alla catena mobile dei tre ossicini, tesa tra la membrana timpanica e la finestra ovale, ovvero il varco che consente l'accesso al compartimento intermedio della chiocciola (il dotto cocleare).

La pressione che viene esercitata sulla finestra ovale dal moto vibratorio produce un movimento ondulatorio nel fluido presente nell'orecchio interno: significa, quindi, che lo spostamento dell’aria diventa un’onda nei liquidi. La membrana basilare comincia allora a oscillare in sincronia con l’onda pressoria e, poiché essa sostiene l'organo di Corti, anche le cellule ciliate uditive iniziano a muoversi, flettendosi avanti e indietro e dunque variando la loro posizione rispetto alla membrana tectoria in alto, che è fissa e con la quale, come s'è detto, i recettori cellulari sono in stretto contatto.

La deformazione meccanica, in avanti e indietro, delle ciglia finisce per stimolare le fibre nervose che costituiscono il nervo acustico: questo provvederà a trasmettere gli impulsi all'encefalo, alla corteccia uditiva del lobo temporale, dove i segnali nervosi verranno tradotti in sensazioni sonore.

3Come funziona l'organo dell'equilibrio

Oltre alla chiocciola, l'orecchio interno accoglie un'altra struttura cruciale: l'apparato vestibolare, il centro di comando che gestisce le informazioni essenziali per il mantenimento dell'equilibrio e per l'orientamento e il movimento corporei.

Risulta formato da due elementi localizzati in prossimità della coclea, sempre all'interno dell'osso temporale:

  • i canali semicircolari
  • e gli organi otolitici, ovvero i citati utricolo e sacculo.

I primi, incastonati in tre piani perpendicolari tra loro, si occupano di rilevare le accelerazioni e decelerazioni indotte dalla rotazione della testa. Anche qui, in ogni canale semicircolare, è possibile rilevare un sito specializzato in cui sono localizzate le cellule capellute recettoriali, inglobate in una sostanza gelatinosa, la cupola, che tende a piegarsi nella direzione del movimento nel liquido che, come nella coclea, riempie i canali. Con dinamiche analoghe a quelle descritte per l'organo di Corti, la flessione delle ciglia stimola le fibre del nervo vestibolare che andranno a veicolare le relative informazioni ai centri encefalici, integrandosi e perfezionandosi con gli stimoli provenienti dagli occhi e dall’apparato articolare e muscolare, al fine di garantire l'equilibrio e la postura desiderati.

L’utricolo e il sacculo sono invece organi che assomigliano a piccoli sacchetti, collocati tra i canali semicircolari e la chiocciola. Provvedono a informare i neuroni encefalici sui cambiamenti della posizione della testa, sul moto rettilineo lineare del corpo in qualunque direzione (in avanti, all'indietro o di lato) e sulle accelerazioni e decelerazioni lineari verticali (come quando si salta) o angolari. Ci riescono perché anche queste strutture sono munite di speciali cellule recettoriali ciliate immerse in una copertura gelatinosa, i cui spostamenti muovono meccanicamente le ciglia attivando di conseguenza le diramazioni nervose del nervo vestibolare.

I SASSOLINI NELL'ORECCHIO
L'aspetto anatomico peculiare è che in questo strato di gel che bagna le ciglia sono presenti numerosi piccoli cristalli di carbonato di calcio, i cosiddetti otoliti (termine che significa in pratica “i sassolini dell'orecchio”): servono a conferire maggiore consistenza alla massa gelatinosa, a renderla in definitiva più pesante, e quindi con una maggiore staticità rispetto al liquido circostante.

4Il naso: che cos'è e a che cosa serve

Il naso costituisce la prima stazione delle vie respiratorie, la principale via d'ingresso per l'aria che penetra nell'apparato respiratorio attraverso le due narici.

Queste convogliano il flusso aereo nelle cavità nasali, destra e sinistra, due ampie fosse scavate nel massiccio scheletrico della faccia e divise dal setto nasale. La porzione posteriore si apre all’indietro nella faringe attraverso quelle aperture denominate coane, mentre quella laterale presenta una superficie irregolare, per la presenza di tre lamine ossee, i cornetti o turbinati (superiore, medio e inferiore), rivestiti da un tappeto di mucosa riccamente vascolarizzata.

Tale organizzazione strutturale rappresenta un meccanismo per riscaldare, filtrare e umidificare l'aria introdotta, affinché questa possa raggiungere i polmoni quasi alla temperatura corporea e adeguatamente saturata di vapore acqueo.

Dunque, la mucosa nasale prepara l'aria che inaliamo a raggiungere le vie aeree inferiori. A questa funzione va aggiunto il ruolo svolto dai robusti peli disposti proprio all'ingresso del naso, che consentono di intrappolare le grossolane particelle sospese nell'aria.

5Il senso dell'olfatto: come funziona

Le cavità nasali sono tappezzate da una mucosa spessa, che assume due identità: quella respiratoria accoglie nel suo spessore numerose ghiandole per la secrezione di muco, con una blanda funzione battericida (contenendo immunoglobuline e lisozima); la mucosa olfattiva ospita, invece, le cellule neurosensoriali destinate a percepire gli stimoli odorosi, ed è localizzata alla sommità della cavità nasale.

IL RADAR CHE CAPTA GLI ODORI
In un'area di circa 5 cm² sono concentrati tra i 10 e i 20 milioni di neuroni olfattivi. Un recettore olfattivo è fondamentalmente un neurone altamente modificato, in cui la porzione che rileva gli odori risulta costituita da una protuberanza, il bulbo dendritico, da cui si diramano ciuffi di terminazioni nervose (i dendriti) accolti nello strato mucoso; dall'altra estremità del neurone si diparte il suo naturale prolungamento (l’assone) che raggiunge l'encefalo.

In corrispondenza dei filamenti del recettore olfattivo si trovano i siti molecolari con cui le sostanze odorose interagiscono. Dall'interazione deriva un segnale elettrico che percorrerà la fibra nervosa: questa attraversa i forellini del pavimento osseo che separa la mucosa olfattiva dai tessuti encefalici sovrastanti (la lamina cribrosa dell’osso etmoide), per poi interconnettersi con quella complessa struttura chiamata bulbo olfattivo, formazioni gemelle, una per ciascun lato, piccoli quanto un chicco di riso. Ogni bulbo olfattivo risulta caratterizzato dalla presenza di microscopici dispositivi nervosi della forma sferica chiamati glomeruli e qui, nello spessore di ognuna di queste formazioni, i terminali dei recettori olfattivi – che veicolano un pacchetto di informazioni su una determinata componente odorosa – stringono intime connessioni (le sinapsi) con le cosiddette cellule mitrali. In pratica, i glomeruli sono strutture preposte a smistare e a organizzare le diverse componenti di una molecola odorosa prima di trasferire l'impulso olfattivo alle cellule mitrali, le quali rifiniscono il messaggio e lo trasmettono da ultimo all'encefalo e alla corteccia cerebrale per la percezione conscia e raffinata degli odori.

6I seni paranasali: che cosa sono e quali funzioni svolgono

Scavate entro le ossa che circondano le fosse nasali, si trovano poi i seni paranasali. Ecco le loro funzioni:

  1. alleggeriscono la scatola cranica;
  2. tutelano il cervello da eventuali traumi;
  3. partecipano alla fonazione come camere di risonanza,
  4. e contribuiscono a riscaldare e a depurare l’aria inspirata, producendo muco che imbriglia germi o polveri irritanti.

Si distinguono in:

  1. seni mascellari, presenti nelle ossa mascellari;
  2. seni frontali, situati nell’osso frontale;
  3. seni etmoidali, accolti in quell’osso chiamato etmoide (in corrispondenza della radice del naso e tra le due orbite);
  4. infine, c’è il seno sfenoidale, collocato nell’osso sfenoide, che costituisce la parte preponderante della base del cranio.

7La faringe: che cos'è e a che cosa serve

Le cavità nasali sfociano posteriormente nell’organo, comune all’apparato respiratorio e digerente, che è la faringe. Nel suo decorso è possibile distinguere tre porzioni che si succedono dall’alto in basso e sono:

  1. la rinofaringe (interposta tra la base del cranio e la faccia superiore del palato molle);
  2. l’orofaringe (in corrispondenza della cavità orale);
  3. l’ipofaringe (che costituisce la parte comunicante con l’organo laringeo in avanti e con l’esofago in basso).

La rinofaringe è la porzione comunicante con le fosse nasali; nella sua parte superiore ospita delle formazioni a grappolo costituite da ammassi di tessuto linfatico, ricco di cellule cruciali per le difese immunitarie: le tonsille faringee note comunemente come adenoidi.

UNA GUARNIGIONE DI SOLDATI DISPOSTI IN CIRCOLO
Le vegetazioni adenoidee fanno parte di un complesso difensivo strategicamente disposto a tutelare il primo tratto delle vie respiratorie e digerenti, ovvero l’anello linfatico di Waldeyer. Oltre alle adenoidi, vi partecipano anche le tonsille palatine, poste tra i due archi laterali del palato molle, la tonsilla linguale, sulla superficie dorsale della base della lingua e i follicoli linfatici disposti sul contorno degli orifizi delle tube di Eustachio.

8Che cosa sono le tube di Eustachio e a che cosa servono

Le tube di Eustachio sono i condotti che collegano la parte alta della cavità faringea (il rinofaringe) all’orecchio medio. Normalmente la tuba risulta chiusa, ma viene aperta per l'azione dei muscoli faringei in seguito a un sbadiglio, alla deglutizione e alla masticazione. È così che l'aria riesce a raggiungere l'orecchio medio: questo periodico flusso aereo consente alla pressione nell'orecchio medio di equilibrarsi con quella atmosferica, affinché sulle superfici esterna e interna della membrana del timpano agiscano le stesse forze pressorie.

UN'ESPERIENZA COMUNE
Durante un volo in aereo la postura del timpano viene stressata, generando fastidi dolorosi, perché la pressione esterna cambia mentre quella esistente nella camera chiusa dell'orecchio medio resta invariata. Ecco, però, che un provvidenziale sbadiglio schiude le tube di Eustachio e permette di ripristinare le corrette pressioni sui due versanti della membrana timpanica, che, schioccando, torna alla sua fisiologica posizione.

23 marzo 2022 (modifica il 10 maggio 2024 | 14:24)

CON LA CONSULENZA DI
professor Giuseppe Spriano
responsabile Otorinolaringoiatria in Humanitas e docente di Humanitas University, Milano.
A CURA DI
dottor Edoardo Rosati
giornalista medico-scientifico

ORGANI E APPARATI