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Salute dei polmoni: news e ultimi aggiornamenti | Corriere Salute

Salute dei polmoni

1Le funzioni dell’apparato respiratorio

L’apparato respiratorio è una macchina capace di prestazioni davvero strabilianti. Ogni giorno effettuiamo 23.000 respiri, grazie ai quali siamo in grado di filtrare, attraverso i polmoni, circa 29.000 litri d’aria. Sei litri ogni 60 secondi. Lo scopo? Catturare e veicolare l’ossigeno verso le zone polmonari profonde per trasferirlo nel sangue, e al contempo espellere dal torrente sanguigno l’anidride carbonica, che è un gas di scarico, come il fumo che fuoriesce dal tubo di scappamento delle automobili. Dunque l'apparato respiratorio fornisce un'estesa superficie per realizzare questi vitali scambi gassosi fra l'aria e il sangue circolante, ma assolve pure a due ulteriori compiti:

  • contribuisce a produrre i suoni che sono alla base del linguaggio (grazie alle corde vocali alloggiate nella laringe);
  • fornisce altresì sensazioni olfattive al sistema nervoso centrale attraverso le cellule recettoriali situate negli anfratti superiori delle cavità nasali.

2Gli organi dell’apparato respiratorio

L’apparato respiratorio è un albero estremamente ramificato. Parte dal naso, con le sue cavità, la cui complessa vascolarizzazione provvede a riscaldare e a umidificare l'aria che inaliamo, cosicché questa possa giungere ai polmoni alla temperatura corporea e adeguatamente satura di vapore acqueo. Prosegue con la faringe, canale dalla forma a imbuto che appartiene anche all’apparato digerente (poiché collega la gola con l’esofago), e sfocia poi in un susseguirsi articolato di condotti e diramazioni via via più piccoli. Vediamone qui di seguito l'organizzazione.

3La laringe: cos’è, com’è fatta e a che cosa serve

La laringe costituisce il tratto delle vie respiratorie immediatamente successivo alla faringe. La laringe non soltanto accoglie l'aria inspirata che attraversa la faringe, ma è anche l'organo della fonazione, la struttura che ci permette di produrre i suoni grazie alla vibrazione delle corde vocali.

Dalla forma sostanzialmente cilindrica, ha inizio dietro e inferiormente alla base della lingua, e sfocia in basso nel tubo tracheale. Presenta uno scheletro costituito da svariati segmenti di cartilagine fra loro articolati e connessi da legamenti e muscoli.

Le principali parti cartilaginee della laringe sono:

  1. la cartilagine tiroidea, formata da due lamine pentagonali, fuse a mo’ di libro aperto all’indietro (il cui dorso, ossia l’angolo anteriore visibile e palpabile, è quella sporgenza famosa come pomo d’Adamo);
  2. la cartilagine cricoidea, inferiormente collocata a quella tiroidea, ha la forma di un anello;
  3. la cartilagine epiglottide, una lamina mobile che assomiglia a una foglia con tanto di peduncolo, chiude durante la deglutizione la comunicazione fra faringe e laringe per impedire il transito del boccone di cibo nelle vie aeree;
  4. le aritenoidi sono cartilagini piccole alloggiate superiormente alla lamina cricoidea;
  5. e infine le corniculate si articolano con le aritenoidi.

Internamente, la laringe presenta su ciascun lato due pieghe che decorrono dall’avanti all’indietro: quelle superiori sono le corde vocali false, semplici ripiegamenti della mucosa che aiutano a prevenire l'ingresso di corpi estranei; le pieghe inferiori rappresentano invece le corde vocali vere, anch’esse plicature della mucosa che accolgono però i legamenti vocali, che sono formati da connettivo elastico e si estendono tra la cartilagine tiroidea e quelle aritenoidee. Il margine libero sporge verso la cavità e delimita, con quello dell’altra corda, la rima della glottide. Durante la fonazione, le corde vocali si avvicinano l’una all’altra e vengono messe in vibrazione dall’aria prodotta dai mantici polmonari sottostanti, mentre durante la respirazione, esse si allontanano permettendo in tal modo il transito della colonna d’aria.

4La trachea: cos’è, com’è fatta, a che cosa serve

La trachea è un organo costituito da un tubo fibro-muscolare e cartilagineo, cilindrico, però appiattito posteriormente.

Ha un diametro di circa 2,5 cm ed è lungo 11 cm. Si trova davanti all’esofago e fa seguito alla laringe. È un condotto respiratorio, a costituire il quale provvedono tante piccole cartilagini (15-20), dalla foggia a ferro di cavallo, disposte l’una sull’altra, che contribuiscono a irrigidire le pareti del condotto bronchiale e i cui tratti aperti posteriori sono chiusi da tessuto muscolare.

Giunta all’altezza della quarta vertebra toracica, la trachea si biforca nei due grossi bronchi, destro e sinistro.

5I bronchi: cosa sono, come sono fatti, a che cosa servono

I bronchi sono strutture cilindriche semirigide, che garantiscono il trasporto del flusso di aria dalla trachea ai polmoni.

Sono costituiti da tonache, cioè da strati sovrapposti:

  1. quella mucosa, interna, presenta cellule provviste di ciglia vibratili, che spostano con i loro micromovimenti il muco verso la laringe, captando le particelle di polvere o altri materiali inquinanti;
  2. segue una tonaca sottomucosa, costituita da connettivo lasso e contenente numerose ghiandole;
  3. infine, la tonaca muscolo-fibrosa risulta composta da un connettivo denso, ricco di fibre elastiche, nel cui spessore sono contenuti anelli di cartilagine che – allorché i bronchi vanno diramandosi e diminuendo di calibro – diventano placchette sempre più minute e rade, per poi scomparire del tutto nei bronchioli terminali.

I bronchi principali sono due: il destro e il sinistro, quest’ultimo più piccolo per lasciare spazio al cuore. Una volta varcata l’ampia porta d’ingresso posta nel mezzo di ciascun polmone, emettono una serie di rami collaterali. Dal bronco destro nascono tre diramazioni, superiore, medio e inferiore, mentre dal sinistro ne originano due, superiore e inferiore. Questi condotti penetrano all’interno della massa polmonare, ramificandosi ulteriormente, man mano riducendo il proprio calibro e sfioccandosi da ultimo nei citati bronchioli terminali, canali che presentano un diametro inferiore al millimetro.

6I polmoni: come sono fatti e a che cosa servono

I polmoni, destro e sinistro (il primo normalmente di dimensioni maggiori rispetto all’altro), sono i voluminosi mantici alloggiati nella cavità toracica.

Ciascun organo è inglobato da una membrana sierosa, la pleura, che descrive una sorta di sacco a doppia parete: il foglietto chiamato viscerale aderisce al tessuto polmonare, mentre quello parietale è incollato alla superficie interna della cavità toracica.

La cavità pleurica contiene una quantità minima di liquido, un lubrificante che ha il compito di ridurre la frizione tra il foglietto viscerale e quello parietale durante gli atti respiratori.

I due polmoni mostrano una consistenza elastica e spugnosa per l’elevato contenuto di aria. Di forma pressoché conica, sono lunghi circa 25 centimetri, con una larghezza di 7-10 centimetri. Circa a metà del viscere è presente, come s’è detto, un’ampia breccia, l’ilo, attraverso cui transitano vasi sanguigni, nervi e bronchi, che nel loro complesso costituiscono il peduncolo polmonare.

LE DIFFERENZE TRA I DUE POLMONI
Il polmone destro risulta più grande rispetto al sinistro perché da questo lato si situa la gran parte del muscolo cardiaco e dei grossi vasi sanguigni; il polmone sinistro però è più lungo dell'altro poiché a destra il muscolo diaframma, il tramezzo muscolare che divide la cavità toracica da quella addomino-pelvica, appare sollevato per la presenza del fegato.

La superficie polmonare è percorsa da profondi solchi (le scissure) che suddividono l’organo in lobi: tre (superiore, medio e inferiore) nel polmone destro, e due (superiore e inferiore) in quello sinistro. Un’organizzazione che ricalca esattamente la ripartizione dei grossi bronchi descritta in precedenza.

Le ramificazioni bronchiali, approfondendosi a mano a mano all’interno del polmone, raggiungono i suoi recessi più remoti: gli acini polmonari, strutture collocate all’estremità dei bronchioli terminali. Il bronchiolo terminale, per la precisione, si sfiocca prima in numerosi bronchioli respiratori; tali condotti, le più esili e delicate suddivisioni dell'albero bronchiale, sfociano quindi nei dotti alveolari, e questi ultimi sboccano infine negli alveoli. Ebbene, un singolo acino risulta costituito da un  agglomerato di alveoli - decine e decine, da 60 a 120 - che sono minuscole camere d’aria più o meno sferiche.

L’elevata densità di tali microcavità - parliamo nel complesso di 300 milioni e passa di alveoli - determina il tipico aspetto spugnoso del polmone. Ed è proprio qui, negli alveoli polmonari, che hanno luogo gli scambi gassosi, ovvero la fuoriuscita dell’anidride carbonica dal sangue e il suo ingresso nell’alveolo e, in parallelo, il passaggio dell’ossigeno dalla cavità alveolare nel torrente sanguigno. Infatti, una vasta rete di capillari, sostenuta da una maglia di fibre elastiche, risulta associata a ciascun alveolo.

I NUMERI DELLA RESPIRAZIONE
Ecco qualche numero indicativo per comprendere l’ammirevole meccanismo che anima il nostro apparato respiratorio.
  1. Per catturare l’ossigeno atmosferico e rilasciare l’anidride carbonica, nei polmoni fluiscono circa 5-8 litri di aria al minuto, di questi circa 300 millilitri di O2 vengono trasferiti dagli alveoli al sangue.
  2. Allo stesso tempo una simile quota di CO2 viene convogliata dal sangue agli alveoli e da qui emessa nell’ambiente esterno con l’espirazione.
  3. Quando si è alle prese con un’attività fisica, i numeri cambiano drasticamente: in condizioni di sforzo giungiamo a inspirare ed espirare più di 100 litri di aria al minuto e a “distillare” da questa quantità 3 litri di ossigeno ogni 60 secondi.
  4. Ancora qualche dato sorprendente: un adulto possiede dai 4,5 ai 5,5 litri di sangue, che impiegano pressappoco una trentina di secondi per compiere l’intero giro del nostro corpo. Significa che questa massa transita per ben due volte nei polmoni in meno di un minuto!

7Il surfattante: che cos'è e a che cosa serve

Gli alveoli polmonari sono costituiti da cellule particolarmente esili e piatte (si chiamano pneumociti di I tipo), la cui sottigliezza serve a favorire gli scambi gassosi. All'interno di queste strutture si rileva la presenza di macrofagi alveolari, soldati cellulari dell'apparato difensivo che perlustrano gli alveoli allo scopo di fagocitare le particelle estranee, giunte qui accidentalmente superando le altre barriere respiratorie. Intercalate tra queste cellule alveolari pavimentose figurano altri elementi di maggiori dimensioni: sono gli pneumociti di II tipo, la cui peculiare attività consiste nel produrre il surfattante. Si tratta di una secrezione oleosa (composta da un mix di fosfolipidi e proteine) che gioca un ruolo chiave nel mantenere aperti le sfere alveolari. Se per qualche anomalia gli pneumociti di II tipo non dovessero produrre abbastanza surfattante, gli alveoli, queste piccole bolle, tenderebbero a collassare rendendo la respirazione difficoltosa.

LE PAROLE PER CAPIRE
Il sistema nervoso autonomo è in grado di controllare il diametro dei bronchioli regolando l'attività della muscolatura presente nelle loro pareti. Così si parla di broncodilatazione per definire un aumento del diametro delle vie aeree, e di broncocostrizione per indicarne la riduzione. Una esagerata stimolazione delle fibre muscolari dei bronchioli, come quella che si verifica nell'asma, può arrivare a ostacolare anche seriamente il transito dell'aria.

23 marzo 2022 (modifica il 10 maggio 2024 | 14:24)

CON LA CONSULENZA DI
professor Francesco Blasi
direttore del Dipartimento di Medicina Interna e della Pneumologia al Policlinico di Milano.
A CURA DI
dottor Edoardo Rosati
giornalista medico-scientifico

ORGANI E APPARATI